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Anno edizione: 2019
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Siamo a Sciurcanosta, piccolo paesino brianzolo. Poche anime, tutte molto attente agli altri, nel senso che si accorgono subito se qualcosa non va e ne parlano tra di loro. Così la Ida, la Luisa, la Franca e la Rosa sono le prime a vedere che don Giustino non è il solito, qualcosa lo turba. Lo scopriamo subito: ha un foglietto che legge a tutti durante la funzione. Basta negri! Habbiamo il tuo gatto. Lo rivuoi? Sai cosa devi fare! A parte l’orrore ortografico, a parte la poca compassione e carità cristiana per accogliere 12 persone, ciò che turba la comunità tutta è che qualcuno abbia rapito Teo, il gatto siberiano del parroco. Non si fa. Gli animali non si toccano! Don Giustino deve partire: ha l’europeo di calcio ecclesiastico da disputare, non può mancare. Lui è attaccante e capitano della squadra. Lo chiamano Gigi Riva, deve proprio andare. Prima però riceve una telefonata dal vescovo che si raccomanda di non fare pubblicità alla faccenda, e poi va a trovare il suo amico, Padre Martino. Con lui si sfoga, si lascia andare “questi sono dei Brambilla con quattro soldi in banca che si credono chissà chi” e poco dopo, riferito ai rapitori, una citazione inaspettata “Sì, insomma! Invece del cuore, hanno una pattumiera! e poi ancora Non sono degni nemmeno dei loro padri contadini che rispettavano gli animali! Anche quando se li mangiavano facevano il segno della croce e onoravano la vita stessa! Gente senz’anima! Don Giustino andrà a giocare gli europei col cuore pesante. Farà fatica a concentrarsi, non sarà lo stesso. Intanto nel paese si scatenano le ipotesi, le ricerche e le accuse. I più sospettati sono vicentini e cinesi, per questioni culinarie, del resto, si sa, loro i gatti se li mangiano. Ma chiunque venga da fuori è mal visto, monzesi compresi. La recensione completa su chilidilibri.altervista.org
Siamo a Sciurcanosta, piccolo paesino brianzolo. Poche anime, tutte molto attente agli altri, nel senso che si accorgono subito se qualcosa non va e ne parlano tra di loro. Così la Ida, la Luisa, la Franca e la Rosa sono le prime a vedere che don Giustino non è il solito, qualcosa lo turba. Lo scopriamo subito: ha un foglietto che legge a tutti durante la funzione. Basta negri! Habbiamo il tuo gatto. Lo rivuoi? Sai cosa devi fare! A parte l’orrore ortografico, a parte la poca compassione e carità cristiana per accogliere 12 persone, ciò che turba la comunità tutta è che qualcuno abbia rapito Teo, il gatto siberiano del parroco. Non si fa. Gli animali non si toccano! Don Giustino deve partire: ha l’europeo di calcio ecclesiastico da disputare, non può mancare. Lui è attaccante e capitano della squadra. Lo chiamano Gigi Riva, deve proprio andare. Prima però riceve una telefonata dal vescovo che si raccomanda di non fare pubblicità alla faccenda, e poi va a trovare il suo amico, Padre Martino. Con lui si sfoga, si lascia andare “questi sono dei Brambilla con quattro soldi in banca che si credono chissà chi” e poco dopo, riferito ai rapitori, una citazione inaspettata “Sì, insomma! Invece del cuore, hanno una pattumiera! e poi ancora Non sono degni nemmeno dei loro padri contadini che rispettavano gli animali! Anche quando se li mangiavano facevano il segno della croce e onoravano la vita stessa! Gente senz’anima! Don Giustino andrà a giocare gli europei col cuore pesante. Farà fatica a concentrarsi, non sarà lo stesso. Intanto nel paese si scatenano le ipotesi, le ricerche e le accuse. I più sospettati sono vicentini e cinesi, per questioni culinarie, del resto, si sa, loro i gatti se li mangiano. Ma chiunque venga da fuori è mal visto, monzesi compresi. Paradiso ci racconta un’escalation di assurdità, che prendono vita da fatti che possiamo constatare tutti i giorni. La vicenda perde i confini paesani per diventare una battaglia internazionale per i diritti d
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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