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Che non sia vero niente
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Che non sia vero niente
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Tutti i formati ed edizioni
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Autore:
Editore:
Anno edizione:
2013
In commercio dal:
31 ottobre 2013
Pagine:
512 p., Brossura
EAN:
9788898099030
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Ennio Ecuba
07 novembre 2013
La trama, complessa e dal ritmo incalzante, si sviluppa intorno alla figura di una donna la cui misteriosa morte violenta finisce per rivelare le scomode verità custodite in quel "vaso di Pandora" che era diventata la sua vita. La scrittura di Domenico Di Marzio è una scrittura, come dicevo, incalzante, dal ritmo cinematografico piuttosto che letterario. I capitoli, brevi, scandiscono il tempo così come le scene di un film fanno. Una scrittura sequenziale, così come lo scorrere dei fotogrammi sul grande schermo scrive la narrazione del cinema. Del resto, lo stesso autore dichiara di amare il cinema incondizionatamente. E lo si può notare non solo nei dialoghi e nelle citazioni che abbondano nel romanzo ma soprattutto nel suo modo originale di dipanare la trama attraverso una scrittura veloce ma non per questo superficiale; gli ambienti descritti con sapiente sinteticità, le atmosfere ricreate con un uso della lingua italiana da gustarsi fino all'ultima riga. Leggere un libro pone il lettore nella condizione di "ricreare" un immagine dei personaggi, degli ambienti, delle atmosfere, durante lo svolgimento della narrazione. E' una cosa usuale, del tutto normale, accade sempre, da sempre. E' un'operazione di inferenza visiva attraverso la quale ogni lettore, "scrive" visivamente il romanzo secondo il proprio background visivo, immaginifico, culturale, letterario, cinematografico, fumettistico, musicale, ecc? un'operazione attraverso la quale il lettore viene coinvolto nella storia, quasi come chiamato a viverla in prima persona o almeno, per usare un gergo televisivo, in "diretta". Nel leggere il libro di Di Marzio, invece, per la prima volta nella mia esperienza di lettore mi è capitato di "vedere" e non "scrivere" le immagini narrative evocate dalla lettura. Non ero coinvolto nella narrazione ma era come se mi trovassi di fronte allo schermo al buio di una sala cinematografica.
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