L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2001
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
CCHF è un libro doloroso, crudo, che lascia poco spazio ad un mondo ideale e si imprime nell'anima di chi lo legge con una durezza difficilmente dimenticabile.La prima persona narrante che viene usata è diversa dagli altri romanzi di Montanari, dove il suo stile aveva un respiro ampio, descrittivo e introspettivo, qua è talmente aderente ai pensieri del protagonista da rendere assolutamente reale la sua vita, come se fosse il personaggio stesso a raccontarsi, lo scrittore non invade la storia ma assiste spettatore all'evolversi degli eventi. Nel romanzo la prima persona non è una prima persona narrante, ma una prima persona vivente.Frasi molto brevi, molti pensieri, riflessioni, descrizioni limitate alla possibile visione dell'uomo senza nome, le parole non si alzano in cielo a raccontare qualcosa che il protagonista non può vedere ma si fermano alla sua introspezione personale, avanzano con lui e permeano di umanità ogni singola frase.Che cosa hai fatto io non l'ho letto come un libro in cui si parla di autodistruzione dell'uomo, ma della destrutturazione dell'anima di una persona e della sua ricostruzione, la speranza è davvero l'ultima a morire nell'inconscio umano, e questa non è una frase fatta ma una verità, e lo spiraglio che Raul lascia alla fine del romanzo è un doveroso sospiro dopo una lettura fatta in totale apnea. CCHF è un romanzo disturbante, verissimo, ma io lo consiglio comunque come lettura, non si deve leggere soffermandosi sui fatti narrati, è un romanzo che chiede la passione e il dolore di entrare dentro di lui con il cuore in mano, racconta emozioni con onestà, che non ha paura del giudizio e che entra dentro al lettore con una forza impetuosa. P.S: Pag.225, 30 maggio – lunedi. E' un capitolo di una dolcezza e di una tenerezza sublime, perchè anche chi non lo dovesse vedere, in questo libro c'è tanto amore celato dietro la sofferenza, basta leggerlo con gli occhi aperti.
Questo libro l'ho divorato e l'ho capito poco. Anzi, mi è piaciuto poco. Ho appena sbirciato i commenti su ibs: media voto 4.58/5. Dunque: il protagonista (senza nome) decide con l'aiuto di una sua amica Beatrice di passare dieci giorni facendo sesso, provando tutto quello che c'è da provare. L'ambientazione è una Milano surreale, piena di carri armati e militari e di immagini dittatoriali del presidente (mi ricorda un pò qualcuno). Il nostro uomo vende l'appartamento dove abita, si licenzia, prende in affitto una Maserati e da tutti i soldi a Beatrice perchè organizzi tutti e dieci i giorni, riempiendoli con le proprie perversioni e i sogni segreti. Comincia un libro crudo, scene sensuali danno il cambio a scene raccapriccianti, a volte veramente orribili. La prosa è diretta, semplice, forse colpisce anche per questo. C'è un messaggio in tutto questo, specialmente nel finale che non posso descrivere per non rovinare la lettura, c'è la presa di coscenza di un uomo che varca il limite e che non ha niente da perdere, o forse non gli importa più di tanto. C'è un'emozione da ricercare. C'è un piano da seguire e il nostro uomo ha dei motivi per seguirlo. Ci sono molte cose da trovare in questo libro. Io l'ho trovato troppo semplicistico soprattutto nel finale e nonostante apprezzi come Montanari scrive, ho chiuso con un senso d'insoddisfazione. Forse la crudeltà della trama stessa mi ha un pò spiazzata, non so...vorrei avere anche qualche parere vostro. Anzi, mettiamola così: Non sono preparata a questo tipo di sentimento. Forte e chiaro ho captato il malessere di vivere del protagonista, impossibile restare indifferenti, forse è questo disagio che trasmette che non mi è piaciuto.
Più che un libro, un’esperienza. E’ stato detto che è un libro con un punto di vista molto maschile. Si, lo è sicuramente… del resto colui che l’ha scritto è un maschio, che altro punto di vista avrebbe dovuto avere o fingere di avere? Ecco il nocciolo della questione… Questo è un libro nel quale non c’è finzione (o quasi). E’ una finestra spalancata sulla realtà delle pulsioni e del desiderio. Uno squarcio sul confine che divide il bene e il male profondamente radicati nell’animo umano, che cerca di far luce su verità inaccettabili ma assolutamente certe. Un viaggio coraggioso e onesto non privo, secondo me, di alcuni piccoli spazi concessi alla “licenza artistica” e alla fruibilità da parte di un pubblico più generico. Mi spiego meglio. Secondo me il background drammatico del protagonista senza volto è una forzatura. Quell’uomo doveva rimanere non solo senza volto, ma anche senza storia, perché quell’uomo altri non è se non il lettore stesso. L’autore si spinge fino a raffigurare quest’uomo nella sua più intima, nuda e cruda, vera umanità calcando la mano su un aspetto che permea completamente la nostra essenza e i nostri pensieri, dalla mattina alla sera sogni compresi. L’aspetto dell’istinto sessuale legato alla volontà di potere. Fuorviante sottolineare la crudezza delle descrizioni delle pratiche sessuali, sadomasochistiche o delle torture descritte nel libro: non è certo quello l’aspetto che deve provocare “scandalo” (laddove scandalo è inteso come positiva destabilizzazione di schemi precostituiti). Il finale del libro lo ritengo molto coraggioso oltre che l’unico possibile. Perché rispecchia un altro aspetto della "verità" al quale l’autore ha voluto coraggiosamente dare corpo, cioè l’impossibilità della compiutezza in un percorso così “totale”. L’essere destinati alla rinuncia e al “ritorno”. Un finale perfetto e completamente in linea con tutto il tono dell’opera che andrebbe letta più nelle sue “pieghe” che nelle sue immagini più eclatanti e disturbanti. Una grandissima opera.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore