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Anno edizione: 2022
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Luca Pakarov dipinge in questo suo esordio alla narrativa uno spaccato spietato della provincia italiana dei primi anni 2000 attraverso le avventure quasi picaresche di un gruppetto scalcagnato di tossici, con un sorriso sempre a fil di labbra e una capacità di scrittura alla John Fante.
Appena dimesso dall’ospedale con il naso maciullato per le percosse del suo spacciatore di riferimento, Cesco decide di darsi una ripulita e provare a stare lontano dai brutti giri. Nei brutti giri c’è ovviamente il suo spacciatore, il Grande Tossico detto GT, di cui è il protetto, la tetra casa sulla collina, le sue scorte di eroina e Garbo, con cui condivide la passione per la droga e la sudditanza a GT. Stare lontano dai guai non vuol dire rinunciare all’eroina, ma cercare di controllarla, fare tutto quello che un bravo tossico deve fare per essere riaccolto in seno alla società del consumo.
Intanto, nella casa in collina del GT, lo spaccio va avanti, i programmi di espansione sul mercato anche, tra periodi di magra e la concorrenza spietata di mafiosi e biafrani, ovvero un popolo senza nome di spacciatori maghrebini appostati sulle strade di campagna pronti a venderti roba tagliata male. A segnare la vita dei tre personaggi nella provincia sonnacchiosa, le dosi: le dosi mancate, quelle cercate, quelle centellinate, le dosi premio, le dosi in regalo, le dosi che traspirano dal corpo e danno l’odore di tossico. Il tempo è quello tra un buco e l’altro, ricorsivo, sempre uguale, la provincia è il panorama in cui la gente accumula cose per non vedere il vuoto e i minacciosi cambiamenti sociali che stanno per investirla. Così, se la scelta è tra le cose e la roba, Cesco, GT e Garbo non hanno dubbi.
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