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La storia delle ambizioni di una giovane donna idealista che ben presto diventa un intrigo carico di suspense, un'interrogazione a tutto campo sulle questioni della privacy, della democrazia e dei limiti per la conoscenza umana.
«È un vero divertimento, ma provocatorio e stimolante» – Margaret Atwood
Quando Mae Holland viene assunta per lavorare per il Cerchio, l'azienda più importante e potente al mondo, sa che è l'opportunità di una vita. Il Cerchio si occupa di intrecciare fra loro i dati provenienti dalle mail, le ricerche online, i contenuti dei social network, i conti bancari, in una società dove la trasparenza è sempre più una parola d'ordine, a discapito della privacy. Tutto del nuovo lavoro entusiasma Mae, non solo l'operatività all'avanguardia: gli uffici sono avveniristici, con palestre e piscine distribuite ai piani, una zona riposo con stanze sempre pronte per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, un acquario con rarissimi pesci degli abissi, senza contare le feste organizzate e le gare sportive. Mae continua a considerarsi fortunata anche quando la vita al di fuori del Cerchio diventa un miraggio lontano, anche quando un misterioso collega cerca di farla riflettere su alcune operazioni poco chiare, anche quando prima il suo lavoro e poi il suo privato iniziano a diventare sempre più pubblici. Presto quella che sembrava la storia delle ambizioni di una giovane donna idealista diventa un intrigo carico di suspense, un'interrogazione a tutto campo sulle questioni della privacy, della democrazia e dei limiti per la conoscenza umana.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo corposo con almeno duecento pagine superflue. Descrizioni inutili e mal contestualizzate, particolari oziosi e narratologicamente incongruenti (con una focalizzazione interna alla protagonista, come si può conoscere le età esatte di una miriade di personaggi tediosamente presentati nei loro aspetti anagrafici?). La trama è quella di una storia distopica scontata e banale, senza guizzi inventivi. La traduzione qui proposta è affettata e a volte scorretta in alcune locuzioni gergali (ad esempio, "silver fox" tradotto letteralmente come "volpe argentata" anziché come "piacione attempato" è un granchio imbarazzante).
Surreale, utopico ma verosimile, sembra una versione aggiornata di "1984" di George Orwell. Una lettura indicata per chi sottovaluta i problemi connessi alla perdita di privacy. Stile letterario perfetto per la realtà prospettata. Finale deludente, senza fantasia né speranza. Il libro merita, ma non è all'altezza dell'opera di Orwell.
L'autore ha immaginato, in un futuro non troppo distante, una fetta della società completamente votata alla tecnologia, ai social, alla condivisione, alla trasparenza e alla totale rinuncia del buonsenso e della ragione.Un rapido avanzare del predominio della tecnologia, che mascherandosi da "aiuto" per la società, in realtà non fa altro che monopolizzarla, annientando qualsiasi diritto di essere anomino. Ci troviamo di fronte ad una protagonista completamente plasmata, inebetita, paladina dell' "essere online" a tutti i costi e schiava del "piacere a tutti". Con tutto ciò che segue e ne consegue. Quello che mi è piaciuto, però, nel romanzo, è il fatto che riesca a far arrivare forte e chiara la sua posizione "contro", proprio attraverso la descrizione enfatica di un mondo super tecnologico e "trasparente".Attaverso il trionfo dell'essere sempre in vista, del conoscere tutto di tutti, arriva l'orrore derivante da questa totale assenza di privacy, considerata un "furto" nei confronti delle altre persone. Il contraddittorio emerge in poche occasioni e attraverso pochi personaggi, ma quando accade ha una grande forza incisiva.Trovo che il libro non avrebbe potuto avere un finale diverso da quello che Eggers gli ha dato, senza cadere nell'ovvio...e l'ultimissima frase è davvero agghiacciante.Un romanzo che scorre bene e che, prima che sia troppo tardi anche per noi, sarebbe bene leggere.
Recensioni
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