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Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Si butta giù come un sorso di birra questo breve romanzo di Naspini, edito per Historica nel 2009 e pubblicato nuovamente da Perdisa Pop nel 2011. Pur non essendo una novità editoriale, confesso di averlo letto solo di recente grazie al buon Paolo Merenda, che consiglia sempre autori di grande talento. Dicevo che si beve come un sorso di birra, ma credetemi: dopo la rivelazione finale, avrete bisogno di qualcosa di più forte! Il personaggio di Dino Carrisi, vecchio pugile in pensione che, colmo di rancore, spiattella una serie di sconcertanti rivelazioni al viscido giornalista Dean La Palma, è straordinariamente umano, tanto nell'enorme capacità di sacrificarsi in nome della fiducia e del rispetto che nutre per il suo mentore, quanto nel desiderio di rivalsa quando ne scopre il tradimento. L'unica perplessità sta forse nell'eccessiva fluidità del racconto dell'anziano protagonista, considerando che l'ex pugile ha ormai più di 70 primavere e che ha trascorso gli ultimi anni nella totale solitudine, ma non per questo la storia è meno credibile. Consigliatissimo!
Sarebbe troppo facile recensire questo libro fornendo anticipazioni sulla trama, e soprattutto su quei meccanismi sociali e psicologici che hanno portato il protagonista a vivere all'estremo (solitudine, emigrazione, aspetti economici, media, eccetera). Se scrivessi questo toglierei il piacere della lettura e scadrei nello stereotipo recensivo, pertanto non lo farò. Voglio solo dire che Naspini, in questo suo breve romanzo di appena centodieci pagine, senza fronzoli, e con un linguaggio diretto ed essenziale, sotto la difficile forma narrativa dell'intervista (e lo sottolineo), è riuscito a descrivere magistralmente un personaggio del tutto inventato come il pugile Dino Carrisi, e a renderlo umano e credibile. Dino Carrisi è un soggetto letterario che ricorderemo per lungo tempo perché è un uomo arrabbiato. Perché la sua rabbia è descritta fin troppo bene, come un solco da percorrere ogni giorno per tutta la vita, e lo ricorderemo anche per il suo senso d'impotenza e abbandono che lo pervadono fuori dal ring, insieme alla sua mancanza assoluta della comprensione della vita, perché Carrisi non ha capito proprio niente della vita, l'ha solo vissuta al cento per cento, con arroganza, ignoranza, creduloneria, sbagliando e risbagliando. Carrisi è un personaggio nato per la box, che ha vissuto per questo e che adesso, dopo le sciagure e con la vecchiaia, non riesce e non vuole andare al tappeto. Vive al cento per cento e vuole vincere anche la sua ultima sfida con il suo amato/odiato mondo dello spettacolo e proprio come un uomo di spettacolo rientrerà per congedarsi dalle scene mettendo a knockout il suo avversario di turno: il giornalista che lo sta intervistando. Una degna uscita di scena, forse l'ultima, ma non credo. Bravo Sacha.
Strepitoso! Così bello che potrebbe, forse, piacere anche a chi detesta la boxe...
Recensioni
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