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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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L'autore in questa versione aggiornata ha spiegato molte cose, ma non tutto sulla violenza di genere collettiva. Come ogni libro di psicologia non è facile da lettere e da capire. Tuttavia da degli spunti di riflessioni importanti. Lo consiglio ma da leggere insieme ad altri testi simili a questo. Per capire al meglio un fenomeno drammatico.
Saggio molto interessante a tratti ostico, il Professor Zoja persegue tesi anche non condivisibili e ci porta a conoscenza di fatti storici a noi vicini e mai divulgati al grande pubblico dai media anche a causa degli argomenti scomodi e non proprio edificanti per le parti in causa, consigliato agli appassionati di discipline umanistiche.
Una pubblicazione che si annuncia oltre che psicologica anche un vano trattato di etica soggettiva ed un misconoscimento della vera cultura del mito; il titolo segna una alienazione del linguaggio, perché presenta la falsità per verità, cioè la tematica del libro è la tentata replicazione dell'altrui superpotere personale il quale è oltre il giudizio etico ma il titolo ambiguamente la enuncia omologandosi ad essa. Le vicende si preannunciano raccontate parzialmente: certi gruppi maschili agiscono con violenza ed evidentemente non se ne tratta il contesto: maschilismo prepotente e delittuoso, o maschilismo che si difende strenuamente da un femminismo peggio che prepotente e più criminale di quanto ci si aspetterebbe? Il pensiero psicologico nel dramma etico dovrebbe muoversi con esplicitazione marcatissima delle premesse soggettive. Lo psicologo-criminologo da quali legislazioni trae principio e lui che rapporto ci ha? Si riferisce alla cronaca giornalistica od alla cronaca giudiziaria? Agisce con inquirenti e collaboratori di giustizia e parti veramente offese? Evidentemente se fa questo però non rinuncia purtroppo a trarre ulteriori ed indebite conseguenze ed anche inaccettabili senza opporvi contrarietà. L'autore ha riflettuto davvero sulla violenza meno appariscente femminile, sulle capacità diverse ma non minori nel dare morte da parte delle donne? E ha pensato anche alle circostanze nelle quali le donne sono in situazione di vantaggio, o solo alle altre opposte? E per quale motivo non mostra di avvedersi dei confini dell'etica, che non può dare reali giudizi contro chi non ha occasione di delitto neanche se ne volesse? Infatti una mente titanica non saprebbe essere invadente neppure volendo, ugualmente il cosiddetto "centauro" non saprebbe stuprare né molestare neppure volendo. Quel che è vita e non ha bisogno di guide etiche né di giudizi morali non andrebbe chiamato in causa senza buoni motivi, neanche solo con un titolo. MAURO PASTORE
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