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Nell’ampia galleria di donne ed uomini illustri tratteggiati nel presente testo emergono le figure di Costanza d’Avalos, Isabella d’Aragona, Vittoria Colonna, Jacopo Sannazaro, Antonio Minturno e Ludovico Ariosto. Ma soprattutto la poetessa Vittoria Colonna brilla di luce propria: risulta evidente il notevole influsso, per lo più diretto e consapevole, che ella esercitò non soltanto sulle personalità descritte in questo libro, ma anche sulla temperie generale dei suoi contemporanei, divenendo un vero e proprio punto di riferimento, un modello paradigmatico e indiscusso del suo tempo. Di Costanza d’Avalos, esaltata tra gli altri dal Sannazaro e dal Cariteo, si ricorda che fu amata e celebrata dal poeta parmense Enea Irpino che, per frequentarla, restò sul Castello per molti anni; ad imperituro suo pregio va il merito di essere quella che si distinse nell’energica difesa dell’isola contro i Francesi (1503), conservandola al re di Spagna. Si volle vedere in lei, inoltre, la modella ritratta da Leonardo nella Gioconda e fu mecenate della corte ischitana che, per suo merito, divenne un brillante centro di cultura umanistica. Isabella d’Aragona, sorella del re Ferrandino e vedova del duca di Milano Giangaleazzo Sforza, fu donna di raffinata cultura che ebbe successo alla corte vicereale di Napoli, celebrata in un romanzo in lingua spagnola che rappresentava la vita di corte contemporanea, Question de amor, scritto tra il 1508 e il 1522. Le nobili dame, descritte nei tratti essenziali ma sufficienti a conferire un’immagine compiuta del loro ruolo rapportato alla vita cortigianesca che si svolgeva sul Castello d’Ischia, sono tutte più o meno note per le doti del loro brillante ingegno e la poliedrica versatilità dei loro interessi, dedite alla poesia e alla letteratura per un incontenibile impulso del cuore, perché le ritenevano espressione di gentilezza e di decoro. Nicola Luongo
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