Compositore francese naturalizzato statunitense. Allievo a Torino di G. Bolzoni, proseguì gli studi alla Schola cantorum di Parigi con V. D'Indy e A. Roussel e fu in contatto con Debussy, Satie, Cocteau, Ravel. Decisiva per la definizione della sua poetica risultò in questo periodo la lettura del Trattato delle sensazioni sonore di Helmholtz, che lo portò ad affrontare su un piano acustico i problemi del linguaggio musicale. Trasferitosi a Berlino nel 1907 come direttore del Symphonischer Chor, vi conobbe Busoni, Schönberg, Hofmannstahl e R. Strauss; per interessamento di quest'ultimo fu eseguito il suo primo lavoro sinfonico, il poema Bourgogne, che in seguito egli distrusse, come altre sue composizioni giovanili. Nel 1915 partì alla volta degli Stati Uniti, che diverranno la sua seconda patria, e dove risiederà stabilmente, se si esclude il quinquennio 1928-32 trascorso a Parigi. Sin dai primi anni frequentò a New York gli ambienti dadaisti, fu in contatto con Picabia e Duchamps, con i musicisti H. Cowell e C. Chavez, e si prodigò per la diffusione della musica contemporanea, fondando tra l'altro una New Symphony Orchestra e la Pan American Association of Composers. Ma soprattutto si interessò ai primi strumenti elettronici (il dynaphone, il tereminovox, le onde martenot), entrò in rapporto con scienziati, tecnici e inventori, e allontanandosi sempre più dalle basi tradizionali della musica avviò (in particolare con Hyperprism, 1922-23) un'esplorazione sistematica delle tensioni fisico-acustiche della materia sonora in movimento, traendo da esse le nuove immagini poetiche e i nuovi principi organizzativi del suo idioma musicale. Dopo un periodo di isolamento, ottenne nella seconda metà degli anni '40 i primi riconoscimenti; in quegli anni conobbe Henry Miller e Anaïs Nin, che nei loro scritti hanno lasciato testimonianze su di lui. Nel 1950 fu per la prima volta invitato a Darmstadt (Corsi estivi), dove ebbe come allievi Maderna, Nono e Schnebel e divenne amico di Boulez. Considerato ormai un esponente di primo piano dell'avanguardia, con i suoi più tardi lavori (Déserts, 1950-54, e Poème électronique, 1957-58) influì sullo sviluppo della musica elettronica e concreta in Europa e in America. L'ultima composizione, rimasta incompiuta alla morte, fu Nocturnal per soprano, coro e orchestra, su testi tratti da House of Incest della Nin. Le opere ultimate di V. rappresentano soltanto una piccola quota della produzione complessiva, in gran parte andata perduta o distrutta o rimasta allo stato di abbozzo. Il primo lavoro pervenutoci (a parte una lirica giovanile su testo di Verlaine) è Amériques, una sorta di poema per orchestra e sirene del 1918-21 dove, sullo sfondo di residui tardo-impressionistici e stravinskiani, già si colgono alcuni elementi basilari del suo stile: l'asciuttezza timbrica, l'uso estensivo dei glissando, la riduzione quasi al grado zero delle figure musicali e dei motivi, il fitto brulicare delle percussioni, un'intrinseca tendenza a dissolvere la distinzione fra suono e rumore. Dopo Offrandes per soprano e orchestra da camera (1921), i nuovi principi costruttivi trovano espressione nel citato Hyperprism per fiati e percussioni, dove un uso sistematico di intervalli dissonanti e l'assenza di ogni figuratività musicale fanno emergere il timbro come la componente cui è prevalentemente affidato il senso del movimento sonoro nello spazio e nel tempo. Sulla stessa linea si collocano Octandre (1923) e Intégrales (1925) per un organico strumentale simile, e Arcana per orchestra (1925-27, revisione 1960), articolato in una più complessa dialettica di piani sonori. Un passo decisivo nel superamento della distinzione suono/rumore è segnato, nel 1929-31, da Ionisation per 13 esecutori, con 41 strumenti a percussione e un pianoforte (usato anch'esso con modalità percussive): in una cornice formale dalle articolazioni elementari, che ricorda quasi una forma-sonata allo stato primitivo, il gesto sonoro si raggruma intorno a impasti ritmico-timbrici di fortissimo impatto emotivo. Tra i lavori completati negli anni successivi si segnalano Ecuatorial per basso, ottoni, pianoforte, organo e percussioni (1932-34) e il celebre Density 21,5 per flauto di platino (il peso specifico del platino è appunto 21,5), dove il flusso melodico, nel suo continuo cangiarsi, sembra scaturire direttamente dalle tensioni della materia acustica. Una pietra miliare è Déserts (citata sopra), in cui V. realizza per la prima volta una fusione fra timbri strumentali (fiati e percussioni) e agglomerati di «suono organizzato», cioè composto con mezzi elettronici. Gli sviluppi successivi saranno consegnati alle ultime composizioni portate a termine, interamente elettroniche: Procession en Vergés per un film di Th. Bouchard (1955) e il già citato Poème électronique preparato per sonorizzare il padiglione Philips, progettato da Le Corbusier e I. Xenakis, all'Esposizione di Bruxelles del 1958.