Compositore spagnolo. Nell'ambito della tradizione iberica, la sua produzione segnò negli anni '60 il momento del rifiuto del filone nazional-folcloristico e l'apertura agli influssi della cultura centroeuropea, prima con l'adozione della tecnica dodecafonica, poi dei procedimenti postweberniani, dell'alea, del collage. Successivamente ha sviluppato un idioma volutamente eclettico, aperto alle suggestioni multietniche e alla moderna realtà plurilinguistica, in cui trova posto un crescente interesse per la vocalità e il teatro musicale. Fra le sue composizioni si ricordano: Radial (1960), Polar (1962), Recíproco (1963), Ein Wort (1965), Módulos I, II, III, IV per vari gruppi strumentali (1965-67), Imaginario I, II (1967), Yo lo ví per 10 voci (1970), Déjame hablar per 11 archi (1974), Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra (1978-79) e n. 2 per clavicembalo, archi e percussione (1983); Retratos de la Conquista per coro a 32 voci e El sonido de la guerra per soli, coro e strumenti (1980), le opere Kiú (1983); El viajero indiscreto (1990), La madre invita a comer (La madre invita a mangiare, 1993). Ha pubblicato saggi e tradotto testi di Schönberg e di Webern.