"Attore e regista italiano. Affermatosi nel varietà tra il 1931 e il 1940, esordisce nel cinema come attore comico nel 1942 con Avanti c’è posto... di M. Bonnard, portando sugli schermi il personaggio del tranviere che lo aveva reso famoso nel teatro di rivista (e che riprenderà come regista in Hanno rubato un tram, 1954). Tuttavia è con Roma città aperta (1945) di R. Rossellini che offre la sua interpretazione più celebre: nei panni di un parroco di quartiere che protegge i partigiani rivela notevoli doti di attore drammatico, che gli garantiranno altri ruoli nell’ambito del neorealismo (Prima comunione, 1950, di A. Blasetti; Francesco giullare di Dio, 1950, di R. Rossellini). Nel dopoguerra alterna l’attività cinematografica a quella teatrale e di rivista, impersonando un tipo bonariamente cinico, ironico e remissivo. Esordisce nella regia con Emigrantes (1949), film sugli immigrati italiani in Argentina, cui seguono La famiglia Passaguai (1951), esilarante commedia di costume ambientata al lido di Ostia, La famiglia Passaguai fa fortuna (1952) e Papà diventa mamma (1952), che conclude la trilogia e in cui F. offre un’eccellente prova di travestitismo. In Una di quelle (1953) dirige Totò e P. De Filippo alle prese con una povera vedova, che inizialmente credono una donna dai facili costumi. Il maestro (1958), infine, è una pellicola dai toni popolareschi che virano inaspettatamente al mistico. Come attore resta memorabile l’interpretazione di Guardie e ladri (1951) di Steno e M. Monicelli, in cui insegue affannosamente il ladro Totò. Da non dimenticare le prove più tarde in La Tosca (1973) di L. Magni e C’eravamo tanto amati (1974) di E. Scola. La capacità di alternare toni commoventi e comici, miscelando abilmente commedia e melodramma, caratterizza i suoi film sia come attore sia come regista."