L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2016
Promo attive (0)
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Scrittura magnifica, come ogni libro di Saramago. Ottima attualizzazione del mito della caverna. Il protagonista è tra i più umani personaggi che abbia mai conosciuto attraverso un ronanzo, ci si affeziona, ci si immedesima, si soffre e si ama con lui. È davvero una lettura indispensabile in un mondo quantomai consumistico e destinato ad esserlo sempre di più!
Ben scritto, originale. Spero che non sia il futuro della ns società ... fa pensare, anche troppo
Saramago ha il dono di raccontare, per il tramite di storie di ordinaria vita quotidiana, rifllessioni sulla natura e la condizione del'uomo. La Caverna risulta quanto mai attuale nel denunciare l'asservimento dell'essere umano al processo di globalizzazione sempre più universalizzante, con la continua mortificazione dell'Io. Il finale, però, lascia spazio a concrete speranze nelle capacità di discernimento dell'essere umano.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
«Lì rimasero per più di due ore il cane e il suo padrone, ciascuno con i propri pensieri, ormai senza lacrime piante dall'uno e asciugate dall'altro, chissà, forse in attesa che la rotazione del mondo rimettesse tutte le cose ai loro posti, senza dimenticarne qualcuna che fino ad ora non è ancora riuscita a trovare il proprio.»
Si conclude con questo romanzo la trilogia iniziata nel 1995 con Cecità e proseguita nel 1997 con Tutti i nomi. Tre opere dure e drammatiche che indagano a fondo la natura umana, i sentimenti, la difficoltà di rapportarsi con un sistema sociale burocratico, insofferente, inattaccabile.
Non un pessimismo universale pervade questo romanzo, con un finale aperto alla speranza, ma una critica decisa e diretta alla globalizzazione, all'omologazione, alla chiusura intellettuale che porta alla discriminazione, all'emarginazione, all'egoistica grettezza che purtroppo sappiamo quanto circondi tutti noi in questi anni.
È un'opera dall'andamento sinuoso e rallentato, che svolge la storia tra dialoghi e descrizioni, tra pensieri e azioni. I protagonisti si presentano con discrezione al lettore, senza fretta: ci sarà molto tempo per tratteggiarli, per approfondire la conoscenza del loro animo. La scrittura fluida e armoniosa è quella che già conosciamo e che gli ha valso il Premio Nobel nel 1998.
Un furgone viaggia ai margini della città. Emarginazione, miseria, degrado accompagnano lungo la strada i due passeggeri del piccolo camion: Cipriano Algor, il suocero, e Marçal Gacho, il genero. Parlano poco, osservano in silenzio i campi e le case, temono di essere assaliti da una banda di disperati intenzionati a rubare la merce che stanno trasportando. È un carico modesto, ma per loro prezioso. La Fornace Algor (costruita in un piccolo paese di campagna) produce vasellame da cucina che viene venduto al Centro, una struttura "privilegiata" autosufficiente che si trova all'interno della città. Il Centro è un luogo altamente controllato, organizzato e isolato, in cui abitano, lavorano, fanno gli acquisti necessari, si divertono e muoiono molte persone; Marçal Gacho vi svolge l'attività di guardiano. Vive lì molti giorni al mese, ma ogni tanto torna in campagna dalla moglie e dal suocero che nel frattempo mandano avanti il lavoro della Fornace. La moglie di Cipriano Algor è morta e la figlia ha deciso di non abbandonare il padre per trasferirsi al Centro, ma di aspettare. Ma aspettare quanto e cosa? Cipriano non vuole avere rapporti con il Centro se non di tipo commerciale. Se la figlia si trasferirà lì, lui non la seguirà. Eppure quel mattino, quando lo incontriamo sul suo camioncino, Cipriano ancora non lo sa ma il suo destino verrà cambiato da un fatto nuovo e grave. Pronto a scaricare come sempre la merce nel magazzino, viene avvisato che la sua produzione ha subito un arresto delle vendite e che di conseguenza il Centro (spietatamente legato alle indagini di mercato) sospenderà i suoi rifornimenti. Ancora mezzo carico potrà essere consegnato, ma sarà l'ultimo fino a nuovo ordine. Per Cipriano questo fulmine a ciel sereno è l'inizio di una ricerca fuori e dentro di sé che lo porterà a fare scelte fondamentali. Come intraprendere una nuova produzione (passando dalle stoviglie alle statuette) per tentare di non chiudere definitivamente la Fornace.
Figura positiva del romanzo è il cane Trovato, un essere sensibile e intelligente, dotato di quell'"umanità" assente in tanti esseri umani. Saramago descrive intensamente anche i pensieri di questo cane eccezionale che si intersecano con quelli dei padroni in un miscuglio di incomprensioni e di tentativi di comunicazione, più efficaci e più soddisfacenti di quelli con molti altri compagni di strada. E quando si scoprirà che nel Centro non sono ammessi animali... Qui si vive e si muore, il Centro fagocita ogni cosa e ogni persona, trasformandosi agli occhi di Cipriano in un mostro enorme e pericoloso "ogni qualvolta guardo il centro da fuori - pensa - ho l'impressione che sia più grande della stessa città, cioè, il centro sta dentro la città, ma è più grande della città, come parte è più grande del tutto". La strumentalizzazione dell'essere umano, l'inquadramento in canoni predefiniti al di fuori dei quali nulla è possibile, che di contro fornisce sicurezza e certezze e difende dagli "imprevisti" della quotidianità e dai pericoli di una vita non strutturata, è la filosofia che sta alla base del Centro. "Ti venderemmo tutto quello di cui tu hai bisogno se non preferissimo che tu abbia bisogno di ciò che vendiamo" è scritto in un brillante cartellone sulla facciata. L'elogio dell'alienazione e la mercificazione dei sentimenti arriva sino a far fruttare le sensazioni più intime e profonde, le idee primordiali, la verità assoluta. Sino al punto di sfruttare commercialmente la Caverna di Platone, casualmente rinvenuta nelle fondamenta dell'enorme agglomerato urbano.
Potremmo concludere con una considerazione che Saramago scrive proprio in queste pagine: "Come in tutte le cose di questo mondo, e certamente di tutti gli altri, il giudizio dipenderà dal punto di vista dell'osservatore."
A cura di Wuz.it
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore