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La celebre incisione di Albrecht Dürer Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo è universalmente riconosciuta come una delle piu celebri del Medio Evo. Jean Cau (1925 -1993), già segretario di Jean Paul Sartre fino all’età di 36 anni e poi passato nel campo della cultura non marxista, tradizionale e non allineata e, piu precisamente, negli ambienti della nouvelle droite del GRECE. In questo libro, che ha la prefazione di Pietrangelo Buttafuoco e Sigfrido Bartolini, la figura del Cavaliere e dell’eroe solitario vengono descritti a partire dal paesaggio interiore che l’uomo d’armi a cavallo rievoca. Ricordiamo che nell’incisione di Dürer il cavaliere è attorniato dalle maligne rappresentazione del Diavole e del teschio. Se la solitudine del guerriero è mitigata dalla natura nella quale si trova a combattere, spesso ostile e aspra, selvaggia e primitiva, il soldato di ventura trova la compagnia nel proprio foro interiore, nelle paure che, se superate, trasformano la condizione puramente umana in quella sovrumana, verticale, gerarchica, virile e se attualizzata nella storia che si è affermata nel XX secolo in Occidente, «fascista». Il Diavolo può essere interpretato come la Bestia immonda del mondo moderno che ha corrotto la Tradizione europea, dalla politica alla cultura, dalla società al costume. L’eroe, quindi, è il solo che può opporsi alla decadenza dell’Occidente europeo, al dominio della materia sui valori spirituali, dall’ateismo dilagante e da una religiosità esteriore piuttosto che vissuta in interiore homine. Se il becero materialismo è la cifra del nostro tempo, se l’americanismo e l’anti tradizione sono i frutti di ideologie ottocentesche che, come su un piano inclinato, hanno fatto precipitare l’uomo in un vortice di nichilismo e di vuoto interiore con la diffusione su larga scala della droga, dell’ideologia gender e dell’omosessualismo – da non confondere con una bigotteria borghese di proibizionismo e repressione. Volume di cui è consigliata la lettura.
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