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Ogni volta che acquisto un libro, non riuscire a terminarlo rappresenta per me una sorta di sconfitta, anche perchè non acquisto quasi mai libri a caso, non amo sperimentare, nè cimentarmi con pseudo scrittori con poca fama e (forse) tanta fame (di vendere). Nel caso di questo libro, mi è stato caldamente consigliato da un amico, peccato abbia poi scoperto trattarsi di uno scherzo. Perchè "Il cavaliere di Parigi" è distante dal mio gusto quanto il polo sud dal polo nord...noioso, pomposo, indisponente, ed irritante.
Che libro! Complimenti all'autore. Un libro delirio che non ti fa respirare neanche quando cita Amleto; incalzante, un ritmo frenetico, folle, come lo è Clint, il personaggio principale, ma Clint è veramente folle o piuttosto è un "rifiuto" che la società di oggi preferisce smaltire in qualsiasi maniera perché lui, Clint, non la ama, non si inchina, non si prostituisce ad essa? E allora, come annientarlo se non nella maniera più semplice che esista: delle pillole, legalmente somministrate in un manicomio, tra medici ed infermieri ai quali, oltretutto, viene riconosciuto il ruolo di lavoratori coraggiosi, senza preoccuparsi delle loro nefandezze. Eppure, in tutta questa immondizia, Clint ci dimostra, in ogni foglio che ha un'anima, candida, bella e l'autore non esita a presentarcelo: bellissima la descrizione del padre, vera poesia. Ci si potrebbe dilungare perché la svolta, poi, arriva quando il direttore del manicomio lo vuole mandare a Parigi: realtà o metafora? Sarà il lettore a continuare nella lettura per scoprirlo. Ve lo consiglio. Scritto alla "Falotico" che apprezzo sempre per l'originalità dei suoi romanzi e ribadisco anche questa volta, che meritano più visibilità.
Libro che apre la mente, proiettandoti in un'introspezione sublime e profonda delle anime "diverse" e per questo violate, rese invisibili, apparentemente inermi, dalla omologazione di massa imperante, prepotente- E con la mente libera da pregiudizi va letto, perché spesso è crudo, sprezzante, scurrile e pure blasfemo, così come lo è la vita di chi ha la sua voce inascoltata e sbeffeggiata. Solo liberandoci dai preconcetti ci si può abbandonare alla poesia stupefacente di questa lettura che mi ha appassionato in tutte le sue pagine. Sto leggendo tutti i libri di Stefano Falotico, il suo modo di scrivere, a un primo impatto, mi risultava ostico seppur affascinante, man mano che lo sciolgo riesco invece a cogliere in pieno la sua meravigliosa genialità, in quel suo uso delle parentesi, ad esempio, che trasformano la stessa parola dando origine a due piani di lettura dello stessa frase... leggere i suoi libri è un'esperienza unica, sorprendente, innovativa e questo suo Il cavaliere di Parigi è la sua opera più completa
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