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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Nella Rio de Janeiro del XX secolo, le gesta di una ricca famiglia s'intrecciano con lo sviluppo di una delle zone più affascinanti e seducenti del mondo: Ipanema. Feste leggendarie, passioni, trame di potere, nella migliore tradizione lationoamericana.
«Martha Batalha scrive con leggerezza e ironia. Nella miglior tradizione del realismo magico sudamericano» – Il Venerdì
«A Ipanema c'era un castello. O almeno così dicono»
Rio de Janeiro, 1904. Johan Edward Jansson sbarca in Brasile in qualità di nuovo console svedese. Lui e la moglie Brigitta scelgono come domicilio una piccola stazione balneare lontana dal centro, che si affaccia sull'oceano con una lunga spiaggia bianca e immacolata. Johan decide di far costruire un castello per la sua famiglia e così ha inizio il mito di quella che diventerà una delle destinazione turistiche più apprezzate al mondo, sinonimo di bellezza, esotismo ed eccessi: Ipanema. Poco più di sessant'anni dopo, tutto è cambiato a Rio: le feste, la moda, la fortuna della famiglia Jansson e la mentalità delle nuove generazioni. Mescolando figure storiche e personaggi fittizi, da Brigitta, perseguitata da "voci" nella testa, a Laura Alvim, una giovane ricca e viziata che sogna di fare l'attrice, al padre Álvaro, un medico rimasto vittima dei suoi stessi esperimenti, Martha Batalha intesse un romanzo che parla di pentimenti, memoria e resilienza e di come le scelte sbagliate di pochi possono colpire le vite di molti.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Romanzo che profuma del magico romanticismo latino americana. Un saga che percorre tre generazioni e mano mano che il tempo scorre le tematiche affrontate sono sempre più attinenti ai nostri giorni.Consigliato!
Il castello di Ipanema è il lungo racconto delle complicate vite dei Jannson, nordeuropei trapiantati a Rio de Janeiro per lavoro e per sfuggire alla persecuzione delle "voci" che da sempre accompagnano la signora Jansson. Intere generazioni a confronto, tanti problemi da risolvere, numerosi aneddoti tra cui districarsi. Dopo una prima parte dedicata al racconto della vita del capostipite della famiglia Jansson e della sua singolare ma devotissima consorte, la narrazione si concentra sulle vicende familiari di Tavinho, uno degli ultimi nipoti, il quale è profondamente combattuto tra l'accettazione della propria omosessualità e la salvezza del "perfetto" matrimonio con la bella Estela. Attraverso la narrazione delle storie familiari, il romanzo affronta talmente tanti temi - le relazioni di coppia, i combattimenti ideologici, le proteste politiche, l'indipendenza della donna, il progresso economico e sociale -, da rendere difficile l'individuazione del principale. Nostante sia un libro piuttosto lungo e corposo, la lettura risulta scorrevole poiché effettivamente si viene incuriositi dalle più svariate questioni, tuttavia la mia sensazione, una volta arrivata alla fine, è che nel complesso manchi un ordine generale capace di ricondurre ad unità il romanzo.
Bello ma un pò confuso. Mi aspettavo qualcosa di più.
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