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Molto, ma molto lento. Ed estremamente noioso. Senza capo né coda.
Del 1841, questo romanzo appare contorto nella trama e meno limpido nello stile rispetto agli altri qui trattati. C'è una congiura di monarchici contro Napoleone Bonaparte, che viene scoperta. Ne fanno parte alcuni parenti della bella contessa Laurence de Cinq-Cygne, che, insieme con l'amministratore e fedele Michu, si adopera per salvarli. Graziati da Napoleone, i gemelli Marie-Paul e Paul-Marie de Simeuse fanno la corte alla bella cugina. Anche uno dei fratelli d'Hauteserre, Adrien (l'altro è Robert), è innamorato della donna. Quando tutto sembra tornare nella normalità, ecco che degli strani congiurati rapiscono Malin, un alto dignitario dell'Impero, nemico della contessa, la quale, insieme col fedele Michu e i quattro giovani suoi parenti, viene accusata del rapimento. Sarà prosciolta, ma il processo si concluderà con la condanna a morte di Michu, e ai lavori forzati per i quattro giovani. Laurence, insieme con il vecchio marchese de Chargebœf - consigliata da Talleyrand - corre a chiedere la grazia a Napoleone, impegnato nella battaglia di Iena contro i prussiani. La ottiene per i quattro giovani, ma non per Michu, che sarà giustiziato. Quando tutti i protagonisti di questa vicenda saranno morti, tranne Laurence, si conosceranno i veri colpevoli.
Recensioni
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scheda di Bertini, M., L'Indice 1996, n. 7
Il 23 settembre 1800 il senatore Clément de Ris viene rapito, da un gruppo di misteriosi banditi, nel suo castello nei pressi di Tours. Venti giorni dopo, gli agenti di Fouché - potente, astutissimo e infido ministro della Polizia del Primo Console - riescono a liberare il senatore; tuttavia la sparatoria con i banditi, nel corso della quale avviene la liberazione, è una evidente messa in scena, tra i rapinatori e la polizia sussistono ambigue complicità, e il processo condannerà a morte come mandanti due aristocratici del luogo probabilmente del tutto estranei al fatto. Balzac ebbe modo di sentir parlare di questa oscura vicenda sin dall'infanzia: suo padre conosceva Clément de Ris e a Tours era rimasto vivo il ricordo di quel caso giudiziario così ricco di retroscena, che si era concluso con la condanna politica di due innocenti. Mutando nomi e date, il romanziere pose quel drammatico e significativo episodio alla base di "Un caso tenebroso"; la sua spiegazione degli eventi fece di Fouché il diabolico orditore del rapimento, che avrebbe avuto lo scopo di distruggere certi documenti, compromettenti per il ministro, finiti nelle mani del senatore. Quest'edizione riprende, ritoccata, la traduzione di Maria Ortiz degli anni cinquanta, corredandola con utilissime note e con un eccellente saggio introduttivo di Pierluigi Pelli
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