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Anno edizione: 2008
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Ottimo romanzo, narrato con sapienza e profondita', seppur non privo di un sottile sense of humor che non guasta. Lo ritengo pero' un poco inferiore a "Passaggio in India" per via di una certa mancanza di credibilita' di alcuni personaggi. Stento a vedere nel pomposo e ottuso Henry Wilcox un uomo minimamente interessante e nella misteriosa Mrs. Wilcox trovo un abbozzo non riuscito di personaggio esposto e attraversato da percezioni irrazionali. Vedo in lei una persona quasi trascinata suo malgrado, una sorta di medium ben diversa, quanto a consistenza umana, dalla Mrs. Moore di "Passaggio in India". Inoltre il Mr. Leonard Bast che trapela dalla lettura e' una specie di travet alla Alfonso Nitti di Svevo; un essere ipersensibile e stolido al punto da non afferrare altro che l'umiliazione sociale, e restarne schiacciato. Devo dire che anche le due sorelle Schlegel non riescono a suscitare la simpatia che forse meriterebbero per un certo alone di volontarismo che suona oggi datato e fuori corso. Detto cio', la mia ammirazione per l' abilita' narrativa di Forster e' assoluta e non riesco a fare a meno di paragonare lui ad un altro maestro della narrativa inglese quale Thomas Hardy. Vedo la stessa abilita' nel predisporre gli eventi fino al loro precipitare, come ad esempio in "Giuda l' oscuro" o "Tess"
Casa Howard è il primo romanzo di Forster che leggo e non mi aspettavo una tale modernità. Per essere stato scritto a inizio '900, lo definirei quasi un romanzo femminista (con dovute remore). La trama è di stampo abbastanza classico, un po' alla Jane Austen, ma la storia è permeata di riflessioni profondissime e interessanti. Lo stile è magnifico, lirico, ricercato: mi ha ricordato il mio amato Jack London. Forster attua un implicito confronto tra classi sociali, ricchi e poveri, ma anche tra diverse condizioni sociali, uomini e donne, esplicitando il suo pensiero moderno e "scomodo".
Un libro splendido, uno spaccato meraviglioso della società borghese inglese ad inizio del '900. Dal confronto-scontro tra tre famiglie (i Wilcox, rappresentanti dell'alta borghesia imperialista, gli Schlegel, di origine tedesca, colti e progressisti, i Bast, piccolo borghesi sull'orlo della miseria) una serie di ritratti indimenticabili, a partire da quello di Margareth, sempre alla ricerca di un "collegamento" tra le cose e le persone. E una dimora - casa Howard, appunto - a fare da sfondo, un luogo bucolico ideale che si contrappone alla fredda e impersonale metropoli londinese.
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