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Premessa: la conoscenza di un’opera del Nostro Passato costituisce sempre una ricchezza per la Comunità. In quest’ottica, la pubblicazione di questo libro deve essere salutata con entusiasmo, per varie ragioni. Innanzitutto, il testo è il risultato di un’indagine tecnica, risalente all’anno 2009, sull’aspetto urbanistico della Casa del Mutilato di Ancona. Il libro è stato edito dall’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra, che a suo tempo commissionò la costruzione dell’edificio all’architetto Petetti. Il clima autarchico dell’epoca, conseguente alle note sanzioni, giustifica la scelta dei materiali di costruzione. L’edificio - progettato e costruito sotto un regime totalitario che ha lasciato la sua impronta nello stile Littorio, tipico della fase finale del ventennio fascista - è stato utilizzato con l’instaurazione della nuova stagione democratica. Raramente un’opera viene edificata e utilizzata in due periodi così antitetici, ma il punto di forza dell’edificio è il suo valore storico-artistico: la gemma architettonica è un balcone con bassorilievo posto sopra il portone principale; la prestigiosa struttura interna è caratterizzata dalla presenza di spazi disposti su più quote raggiungibili grazie ad eleganti scalinate; notevole il sontuoso salone per le cerimonie al piano rialzato. La Casa del Mutilato di Ancona avrebbe tutte le caratteristiche per suscitare l’interesse di storici, urbanisti e semplici cittadini. L’uso del tempo condizionale “avrebbe” è dovuto al fatto che la Casa del Mutilato nel 1990 è stata acquisita dalla Regione Marche, che fin dal 1977 vi ha tenuto i lavori del Consiglio regionale, oltre ad ospitare la Biblioteca, e dal 2009 è stata chiusa, e con detta chiusura è iniziato il naturale degrado che prima o poi arriva per gli immobili inutilizzati. Se il libro è un evento molto importante, incuriosisce il destino del prezioso immobile, che sembra volersi domandare: Che ne sarà di me? Ne raccomando vivamente la lettura.
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