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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
L’economia immateriale è qui per restare. L’innovazione tecnologica ha ormai superato il suo punto di non ritorno e sta disegnando intorno a noi un mondo che è rapidamente cambiato.
«Quintarelli non crede a un intervento pubblico "pesante", ma suggerisce un mix di incremento della concorrenza, interoperabilità dei servizi e innovazioni del welfare» - Massimiliano Panarari, Il Venerdì
Con la Rivoluzione Digitale il tradizionale conflitto tra capitale e lavoro è stato sovrastato da un altro conflitto, quello con l'informazione. Tramite il controllo dell'intermediazione delle relazioni sociali ed economiche, l'economia immateriale genera un conflitto inedito: quello tra gli intermediari (i colossi del web) e i loro intermediari (noi cittadini)
La Rivoluzione Digitale – ormai è chiaro – si configura di una potenza paragonabile a quella industriale del primo Ottocento o a quella agricola di 10 000 anni fa: un drastico e radicale punto di rottura nella vita di ciascun essere umano. Siamo pronti a gestire le conseguenze di questo immane scossone? Secondo Stefano Quintarelli, che si è occupato di questi temi fin dagli albori di Internet, non molto. Larga parte dell’opinione pubblica vive spaesata in un mondo che non riesce più a decifrare e di cui non conosce i meccanismi profondi. Ma se sono gli uomini a dover prendere in mano il proprio destino, è bene che tutti noi impariamo a capire il nostro nuovo ambiente digitale, che già ora (e sempre più in futuro) è diventato la nostra casa. Questo libro è lo strumento adatto per capire cosa sta succedendo. Lo spostamento di interesse che il capitalismo ha mostrato dall’economia materiale nella quale si producevano beni tangibili – all’economia immateriale – nella quale si instaurano intermediazioni, che hanno regole differenti – porta con sé cambiamenti epocali nella nostra vita quotidiana, che la politica (e dunque i cittadini) deve imparare a gestire e governare, se ha a cuore il bene comune. È una sfida colossale, che si sta sviluppando a ritmi frenetici. Nell’economia immateriale produrre, riprodurre, archiviare e spedire informazioni non costa nulla. Questo ha cambiato le regole del gioco al punto tale che le più grandi compagnie di intermediazione (nomi conosciuti come Facebook, Google, Amazon, Apple, Airbnb, Uber, ma anche molti altri, meno noti al grande pubblico) hanno fatturati che spesso superano quelli di una nazione, con margini da capogiro. Naturalmente osteggiano ogni trasformazione dannosa per i loro profitti. È una situazione inedita, che ha conseguenze pervasive nella vita di tutti, dalle relazioni sociali, alla salute, alla sicurezza e in particolare sulle prospettive future del lavoro. Tornare indietro, come farebbero i luddisti, è semplicemente impossibile; andare avanti senza governare il cambiamento è estremamente pericoloso. Non resta che capire cosa sta succedendo e agire per volgere a nostro vantaggio questa nuova sfida.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Tenta di spiegare in modo tecnico e quindi non facilmente comprensibile, quali siano le vere sfide che dovranno affrontare i decisori politici per gestire il capitalismo immateriale che ormai determina la nostra società e le nostre vite, indipendentemente dal fatto che noi si abbia una vita digitale, di difficile lettura, consigliato solo a chi abbia solide competenze tecniche in materia.
Volume che apre molti punti di riflessioni e pone molte domande sul futuro che ci aspetta. Offre spunti interessanti, alcuni dei quali in contrapposizione a quanto espresso in libri come "21 lezioni per il XXI secolo" di Harari. Non lo ho ancora concluso ma sono già molto soddisfatto. L'unico neo (non per me ma per potenziali acquirenti) è la copertina che è orrenda, capisco che non si paghi il diritto d'autore su quel dipinto però ci voleva qualcosa di più accattivante: questo è un libro validissimo, serve una copertina di altrettanto valore.
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