Il quarto disco del vulcanico trombettista Giovanni Falzone raccoglie una serie di brani composti in forma non convenzionale. L’bbiettivo principale di questo progetto è quello di ripercorrere, secondo la visione personale del leader, momenti esecutivi con strutture ben definite per tutti gli strumenti e momenti di puro “interplay” ossia il desiderio di portare avanti un pensiero comune, facendo da una piccola idea un discorso musicale collettivo, basandosi soprattutto sull’improvvisazione tematica e sull’utilizzo dell’elettronica. Le composizioni sono caratterizzate da forti componenti ritmiche e melodiche - intrise di suggestioni che vanno dal Folk Mediterraneo al Punk/Rock - attraverso le quali il Trio muove l’intero quadro sonoro. Fanno parte di questo progetto musicisti capaci e attenti con i quali Falzone ha instaurato un rapporto di complicità ed intesa musicale, grazie soprattutto alla loro sensibilità e capacità di recepire ogni piccolo segnale.
«È un progetto che parte dal desiderio di omaggiare le mille sfaccettature della mia adorata terra di Sicilia. Le composizioni sono quasi tutte ispirate, prevalentemente, alle sonorità folk dell'area del Mediterraneo - una sorta di retrospettiva dove radici, passato e presente si fondono continuamente con tutte le mie esperienze tra jazz, rock e musica classico-contemporanea compiute in questi ultimi venticinque anni. L’album si apre con una mia poesia “Tammùru Parlanti” dedicata al tamburo, strumento simbolo delle feste popolari e al contempo strumento con il quale iniziano tutti i miei ricordi legati alla musica. Le composizioni sono concepite per essere sviluppate in maniera aperta e creativa attraverso l'utilizzo dell'elettronica che, mescolata al suono degli strumenti acustici ed alla voce, generano costantemente un quadro sonoro imprevedibile e sempre ricco di sfumature.»
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