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Il canone minore. Verso una filosofia della natura - Rocco Ronchi - copertina
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canone minore. Verso una filosofia della natura

Descrizione


Una rivisitazione sconcertante del canone della filosofia occidentale. Un'opera che ha il coraggio di parlare la lingua senza tempo della metafisica classica.

Questo libro rilegge la storia della filosofia occidentale, da Platone a Deleuze, alla luce di un'opzione forte e originalissima. La storia della filosofia racchiuderebbe in effetti due storie della filosofia. Una sarebbe la storia di un lungo tradimento, di una lunga dismissione della vocazione filosofica. I nomi che siglano quella tradizione sono illustri. L'altra è una storia minoritaria anche se ricchissima di tesori più o meno nascosti. Rocco Ronchi tratteggia i lineamenti di questo canone dentro il canone, di questo "canone minore" che è il solo a non aver tradito la filosofia, il solo ad aver tenuto fede alla sua vocazione più vera e più urgente. È il canone che conta tra le sue fila William James negli Stati Uniti, Henri Bergson in Francia, Giovanni Gentile in Italia, Alfred North Whithehead in Gran Bretagna. Nomi prestigiosi, ma marginali nel dibattito odierno. Pensatori raffinatissimi, che sulla soglia del Novecento hanno pensato non il loro secolo, ma il secolo successivo, il nostro secolo. Se il canone maggiore trionfa negli ultimi tre secoli ed è un canone sostanzialmente umanistico e moralistico, perché mette al centro l'uomo con i suoi valori, il soggetto con la sua esperienza e i suoi desideri, il canone minore solo ora è sul punto di sbocciare ed è un canone sostanzialmente antiumanistico e immoralistico, perché mette al centro la natura, lo splendore del suo assoluto, la sua incomprensibile e infinitamente intelligente processualità.
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Dettagli

2017
23 febbraio 2017
320 p., Brossura
9788807105258

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Luca
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E siamo sempre lì

Andiamo con ordine. Partire anzitutto dall'assunto che siamo tutti una cosa sola. Secondo assunto, che la tecnica coincida con la Vita, per poi trovare la Vita nella tecnica, il circolo vizioso delle sociobiologie neopositiviste. Terzo punto, stabilire che non è il pensiero a fare l'esperienza, ma il contrario, e chiamare ciò "empirismo radicale". Colpo finale, stabilire che il "pensiero di non", chiamato anche pensiero critico, l'equivalenza tra pensare ed emettere giudizi, sia il male di chi non vive davvero, male che affligge la filosofia da tempo immemore. Dal giudizio nasce la nozione di causa ed effetto, in altri termini, di possibilità, anche questa un male, secondo il nostro cervellone rampante, debitore di pseudo-pensatori come Deleuze, Lacan e Nietzsche, per citarne qualcuno. La conclusione, implicita, è che non si debba pensare. L'esperienza, che esiste qui per sé stessa, stabilisce la regola da seguire. Il soggetto ronchiano deve piuttosto vivere nello "stupor", da lui chiamata anche "estasi", sintetizzata in un'efficace metafora: il pugile suonato. Tolto di mezzo il pensiero e l'individualità, svanite le possibilità di fare altrimenti da ciò che viene imposto da forze esterne onnipotenti, alle masse spetta una vita fatta di stati di shock a cui attenersi per fede. Riecco presentarsi di nuovo il vecchio sogno di tutti i regimi totalitari. Il darwinismo post-buddhista, il capitalismo che ha da tempo assorbito le vecchie menate teologiche, l'antropologia dei più forti, i destinati, che qui si mascherano da Natura Naturans. Il soggetto che insegna a fare a meno dell'IO, ma firma le proprie opere con nome e cognome. Il canone minore fa le cose fin troppo in grande.

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Rocco Ronchi

1957, Forlì

Rocco Ronchi è un critico e saggista, di formazione fenomenologica, si è occupato della filosofia francese del Novecento. Da diversi anni conduce una ricerca sullo statuto della comunicazione letteraria e figurativa. Insegna filosofia presso l’Università degli Studi di L’Aquila e presso l’IRPA (Istituto di Ricerca di Psicanalisi Applicata) di Milano. Tra le sue ultime pubblicazioni: Come fare. Per una resistenza filosofica (Feltrinelli, 2012); Brecht. Introduzione alla filosofia, (et al., 2013); Zombie Outbreak. Filosofia e morti viventi (Textus, 2015). Ha recentemente curato il volume H. Bergson, W. James, Durata reale e flusso di coscienza. Lettere e altri scritti (1902-1939) (Cortina, 2014) e Gilles Deleuze. Credere nel reale (Feltrinelli, 2015).

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