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Recensioni Il cannocchiale del tenente Dumont

Recensioni: 4/5

Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2022

«Perché disertore non significa mica sbandato, uno sbanda e bene o male si risolve, ma disertare è qualcosa che non finisce, diventa una missione, una carriera. Un grado. A uno dovrebbero scriverlo sulla pietra. Gerard Henri Dumont. Disertore.»

Estate 1800. Tre soldati napoleonici stanchi della guerra. Alle loro spalle la campagna d'Egitto e i suoi inferni, leniti appena dalla scoperta di una nuova, dolce droga: l'hascisc. Travolti dalla baraonda di Marengo – «la battaglia che alle cinque era persa e alle sette era vinta» –, disertano e si danno alla macchia. Sulle tracce dei tre si mettono gli emissari del dottor Zomer, un medico olandese che ha orchestrato un singolare «esperimento sanitario» per indagare gli effetti della nuova sostanza. Smarriti in un paesaggio ligure che pullula di spie e uniformi ormai tutte indistintamente nemiche, Lemoine, Dumont e Urruti – un capitano erudito, un tenente sognatore e un rude soldato basco – incontrano sulla propria strada amori difficili, illusioni perdute e la gioia del sole. Scopriranno così la libertà di scrollarsi di dosso la Storia per inseguire una vita fatta di attimi e di scelte. Forte di una prosa di precisa bellezza, Marino Magliani dirige una narrazione mossa e visionaria, alternando la velocità della grande avventura all'ampio respiro della pittura di paesaggio.

Proposto da Giuseppe Conte al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Il romanzo di Magliani si configura come romanzo storico, narra infatti le vicende di tre disertori dell'armata napoleonica durante la campagna d'Egitto e il loro avventuroso ritorno in patria, con attenzione ai personaggi e alle vicende che si svolgono su diversi piani e con diversi linguaggi narrativi. Ma è anche un romanzo di paesaggi, e in particolare quelli liguri sono descritti magistralmente con un linguaggio che conserva echi boiniani e biamontiani, di grande suggestione.»

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