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Canne al vento. Ediz. integrale. Con Segnalibro
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Canne al vento. Ediz. integrale. Con Segnalibro - Grazia Deledda - copertina
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Canne al vento. Ediz. integrale. Con Segnalibro

Descrizione


Le tre sorelle Pintor, nobili decadute a seguito della fuga dell'altra sorella Lia e della morte di don Zame (il padre), vivono a Galte (un paesino sardo), arroccate nel loro palazzo, poiché la miseria della nobiltà non può essere portata troppo in giro; hanno un solo, fedele servo: Efix, il vero occhio della storia. Le cose cambiano quando Giacinto, il figlio di Lia (ormai morta) e il loro unico nipote, si trasferisce sull'isola, lasciando "il continente". Mediante il giovane, la sorte sembra accanirsi, con ancor più acredine, sulla loro famiglia, come per effetto d'una colpa tenuta nascosta, d'un pesante castigo che Efix stesso è chiamato a scontare. Perché l'uomo non può far altro che piegarsi e spezzarsi alla forza invisibile del destino, che è come un vento, e gli uomini non sono altro che canne in sua balia.
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Dettagli

2017
17 novembre 2017
192 p.
9788883376368

Valutazioni e recensioni

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Saverio
Recensioni: 5/5
Fedeltà. Amore. Redenzione. Un grande capolavoro

Lessi qualche brano del libro sul mio testo di antologia alle medie e già da allora decisi che prima o poi l'avrei letto, e sono molto felice di esserci riuscito. In un villaggio sardo, Galte, vive la nobile famiglia Pintor, ormai decaduta e impoverita. Non restano che quattro sorelle e il loro servo Efix. Quest'ultimo mosso a pietà dalla situazione delle sue padrone le ha servite fedelmente per tutta la vita. Un tempo le sorelle erano cinque, ma non sopportando il tirannico padre, una di esse fuggì e si sposò mettendo al mondo un ragazzo di nome Giacinto. Quest'ultimo a un certo punto decide di raggiungere le zie, e il suo arrivo scombinerà del tutto la vita delle sue padrone, del povero servo che tenterà di fare di tutto per salvare la situazione della famiglia... davvero un ottimo romanzo che merita di essere un grande classico della letteratura italiana e che merita davvero di essere letto.

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B.B.
Recensioni: 4/5

Scriveva Carlo levi che “nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magia” (da “Cristo si è fermato ad Eboli”) e questo romanzo di Grazia Deledda, senza questa “chiave”, rischia di essere inaccessibile al lettore. Infatti, quest’opera, pubblicata nel 1913, è ambientata nel vecchio mondo rurale di Galtellì, in una Sardegna arcaica, pre-moderna, dominata da una religiosità caratterizzata da elementi, cristiani e pagani, che finiscono per mescolarsi conferendo una mentalità superstiziosa ai personaggi in esso presenti. Si racconta di una famiglia nobile ormai decaduta ed ulteriormente disonorata dal comportamento dell’ultimo erede maschio della Baronia: Giacinto. Il filosofo Pascal ha affermato che” L’uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma è una canna pensante” e il titolo dell’opera allude proprio alla fragilità dell’essere umano, che si trova in balìa della tragicità della vita che, con i suoi tiri mancini, lo sferza come il vento, piegandolo e, a volte, riesce persino a spezzarlo. Altro tema fondamentale è quello dell’espiazione: il servo Efix, vero protagonista del romanzo, è un’anima tormentata da un grande senso di colpa. Sarà solo attraverso un personale viaggio di “redenzione” che egli riuscirà a riscattarsi, a perdonare sé stesso e a farsi perdonare dall’Onnipotente, ritrovando così la pace, quella eterna. In questo romanzo è possibile riscontrare alcuni elementi tipici del verismo, altri del decadentismo e persino alcuni del genere gotico. Ai tempi del ginnasio, veniva spesso citato dalla mia insegnate di Lettere ed oggi, a distanza di oltre trent’anni, l’ho letto con piacere. Le sono grato per aver seminato nella mia mente curiosa quel piccolo seme che oggi è germogliato.

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Grazia Deledda

1871, Nuoro

Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, studiò da autodidatta ed esordi come giornalista su riviste di moda. Incrociando influssi veristi e dannunziani, scrisse romanzi e racconti dalla vena etica in cui è descritta la dura vita quotidiana dei compaesani sardi (Canne al vento, Elias Portolu, Marianna Sirca).

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