Quando si nomina Jeanette Winterson si può essere certi che in qualche modo si solleverà un polverone. Personaggio affascinante e controverso, è considerata a ragione una delle più importanti scrittrici inglesi della sua generazione. Nata a Manchester nel 1959, viene adottata da una coppia di religione pentecostale; della difficile adolescenza scrive nell'opera autobiografica Perché essere felice quando puoi essere normale?, dove racconta della fuga da casa appena sedicenne dopo la confessione di aver intrapreso una relazione omosessuale. Esordisce con il primo romanzo a ventisei anni, Non ci sono solo le arance (con il quale ottiene il prestigioso First Novel Award), mentre a renderla famosa al pubblico italiano è Scritto sul corpo, libro che la consacra tra le più interessanti e seguite figure del panorama letterario internazionale. Sempre alla ricerca di innovazione in quanto a stile e contenuti, per la sua ultima opera Winterson si cimenta con il primo romanzo storico della sua produzione. Il cancello del crepuscolo è una storia di invenzione e supposizione che prende vita dalle fonti reali del primo processo per stregoneria documentato nei dettagli, il più famoso di quelli avvenuti in Inghilterra. Ambientato nel Lancashire di inizio Seicento, dove le cosiddette eresie e il cattolicesimo trovano temporaneo riparo dalle persecuzioni del re protestante Giacomo I, la vicenda ha il suo centro in Alice Nutter, una gentildonna bella e misteriosa la cui ricchezza attira reverenza e invidie: coinvolta suo malgrado come tredicesima persona in un raduno segreto dal sapore di Sabbat, le indagini cui verrà in seguito sottoposta riveleranno il suo passato e le origini della sua fortuna, portandola infine ad essere processata per stregoneria. In un contesto storico e religioso in cui ogni parvenza di devianza dai dettami è suscettibile di instillare dubbi e accuse, la protagonista diventa l'incarnazione stessa di ideali quali giustizia sociale e amore, in un intreccio magico che la spinge a imbattersi in personaggi come Shakespeare e a intessere una relazione con una donna che ha ceduto l'anima al diavolo. Non si può negare che la forza dell'opera risieda nello stile diretto, esplicito e intrigante della narrazione, in grado di impedire al lettore di riprendere fiato prima di essere giunto alla fine. I personaggi stessi sono creature da scoprire, "mondi compressi in forma umana": complessi e pieni di sfaccettature, tormentati o spaventati, insicuri nelle loro apparenti sicurezze e in totale balia delle rispettive pulsioni. Clara Rizzitelli
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