Le campane di Bicêtre

René Maugras (55 anni), direttore di uno dei più importanti quotidiani di Parigi, mentre era a cena nella saletta privata del Grand Véfour, uno dei ristoranti più esclusivi della città, sviene in bagno. Riprende conoscenza da emiplegico in una stanza dell'ospedale di Bicêtre. Deve adattarsi alla sua nuova condizione e a nuovi ritmi di vita, ma, soprattutto, abituarsi a esser comandato, a dover dipendere dagli altri. Così riflette criticamente sulla propria vita: a che scopo è diventato un personaggio importante? Ha lavorato a ritmi vertiginosi, non si è mai concesso una tregua, è stato sempre al vertice della tensione nervosa. Lo tormenta anche la situazione della seconda moglie, Lina, una ragazza sbandata che ha sposato e che ora è alcolizzata e in preda ad esaurimenti nervosi. In ospedale si affanna a recuperare la funzionalità del braccio, che non risponde alle sue sollecitazioni; la sua gamba non regge più il peso del suo corpo. Per sua fortuna accanto a lui c’è la signorina Blanche, l’infermiera che lo assiste, lo rincuora e lo sprona verso la guarigione. Romanzo duro, con una trama pesante, di lettura faticosa che richiede impegno e dedizione da parte del lettore. Ma anche un romanzo che offre una lezione importante sulla fragilità degli esseri umani e sul nostro costante bisogno di aiuto e di soccorso da parte di chi ci sta vicino.

Senz'altro uno dei migliori romanzi di Simenon. Un uomo molto potente si ritrova improvvisamente immobilizzato e incapace di parlare in un letto di ospedale. E' un'occasione per lui di passare da una esistenza frenetica ad un periodo di riflessione che lo riporta indietro nel tempo e gli permette di considerare ciò che veramente può essere importante nella sua vita e nella vita di ogni uomo.

Rene Maugras, direttore del principale quotidiano parigino, nel bel mezzo della cena che ogni mese viene organizzata dai suoi altolocati amici, viene colto da un malore. Le settimane che dovrà passare all’ospedale di Bicétre gli offriranno l’occasione per lasciar affiorare immagini del tutto inaspettate nella sua memoria. Nell’immobilità del letto di ospedale, tutto questo assomiglia al manifestarsi dei sogni, un inconscio mnemonico che propone attimi ritenuti insignificanti se paragonati al successo professionale per cui si è conosciuti e accettati nella società. Il suono delle campane della chiesa vicina all’ospedale sono il primo imput al risveglio e affiora il ricordo della madre e delle prime parole balbettate proprio a proposito del suono delle campane. Da lì si scopre che ciò che affascina e sorprende è il riemergere dei momenti in cui lo stupore è apparso come una epifania e subito si è eclissato nel proseguire degli attimi. “A che scopo?”, dunque, vivere? Quale è il senso profondo? In un romanzo che non è un giallo, Simenon indaga comunque i meandri dell’essere umano, le sue maschere, il senso profondo del vivere umano.