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Ben Pastor, visti i buoni risultati di I misteri di Praga si deve essere detta per quale motivo non avrebbe dovuto riprovarci e allora ha scritto questo romanzo, che in pratica è un seguito del precedente, con gli stessi protagonisti, vale a dire il medico ebreo Solomon Meisl e il primo tenente dei lancieri, ora diventati ulani, Karel von Heida; la struttura è analoga con cinque capitoli, che corrispondono ad altrettanti racconti legati da una consecutio temporis, e con una ambientazione che cambia perché a guerra scoppiata i militari vanno al fronte e in questo caso i due personaggi principali, entrambi soldati (Meisl si è arruolato ed è maggiore della sanità) si recano in Galizia, dove le cose per l’imperial regio esercito non sono messe tanto bene. Se I misteri di Praga era una novità con più di un pregio e l’unico difetto consistente nella soluzione non logica dei casi, La camera dello scirocco risulta decisamente inferiore per qualità. Fermo restando che le soluzioni dei cinque casi, di cui ai rispettivi capitoli La morte e la fanciulla, La morte e San Giorgio, La morte all’Arcivescovado, La morte in Galizia e La camera dello scirocco, sono per così dire campate in aria, quello che appare carente, e che invece prima era di rilievo, è l’ambientazione e finché i fatti delittuosi avvengono a Praga bene, ma quando ci sposta all’estrema regione orientale dell’impero, teatro di battaglie, c’è una evidente approssimazione, e poi, spiace dirlo, l’atmosfera di mistero è forzata, artefatta, insomma l’opera, a mio parere, è poco avvincente, anche perché irrealistica negli accadimenti, con la guerra che dovrebbe contribuire al pathos e invece ha toni smorzati, è un palcoscenico lontano, benché i protagonisti vi siano dentro fino al collo. Non ho altro da aggiungere, se non che nulla osta a leggere questo romanzo, che nonostante colpi di scena a effetto finisce con il non interessare più di tanto, perché manca di quegli aspetti positivi di cui ho accennato.
Allo scoppio della prima guerra mondiale (1914), nel turbinio degli eventi storico-politici che stravolgono le vite delle famiglie di inizio secolo, una serie di autoconclusivi racconti gialli. Un giovane tenente ceco dell'esercito austro ungarico e un medico di origine ebree, pur diversi tra loro per etnia e carattere, troveranno simbiosi e amalgama perfetti per dipanare il bandolo dei delitti. Sèguito del precedente "I misteri di Praga", e quindi da leggere necessariamente dopo di questo, con ancora una volta Praga come protagonista assoluta e non semplice palcoscenico narrativo. Un'atmosfera magica di una città unica, che si alterna con il nebuloso fronte russo di una guerra devastante, in un'epoca di eventi che cambieranno il mondo e la vita dei protagonisti per sempre. Un libro che è una macchina del tempo.
Non nego che la storia ci sia e ti prende, ma non posso classificarla come "avvincente". La prosa non è molto fluida e il significato di varie frasi è ambiguo, tuttavia ritengo che ciò possa essere attribuito ad una maldestra traduzione in italiano.Delusa!
Recensioni
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