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Quarto (e penultimo) episodio della serie "Imperator" che racconta l'ascesa e la caduta di Caio Giulio Cesare. Dopo la conquista dei territori di Gallia e Britannia, il generale romano viene richiamato nella capitale da Pompeo che nel frattempo era stato nominato dittatore col voto unanime del Senato. Ma Cesare sa che obbedire a quell'ordine significava la fine della sua carriera politica. Quindi attraversa il fiume Rubicone ("il dado è tratto") e marcia in direzione di Roma appoggiato da 4 Legioni di veterani a lui fedeli. È guerra civile tra le truppe fedeli Cesare, appena eletto Console insieme a Marco Antonio, e quelle fedeli a Pompeo. E l'avventura continua... fino alle famose Idi di marzo del 44 .C. Trama verosimile con i fatti storici, ritmo incalzante, scrittura agile: cosa volere di più da un romanzo storico?
Recensioni
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L'ultimo libro della serie “Imperator”, il quarto che ci regala lo scrittore britannico Conn Iggulden, autore di best seller e vincitore del Premio Axel con il primo libro della pentalogia dedicata a Gengis Khan, indaga i conclusivi anni della vita di un altro grande conquistatore per coglierne i segreti: Giulio Cesare.
A partire dalle serie conseguenze politiche che ebbe la sua decisione di attraversare il fiume Rubicone per recarsi a Roma - seguito dalle sue fedelissime legioni, che ebbero il privilegio di averlo come generale durante le campagne militari nelle Gallie - l'autore si destreggia, non senza qualche inesattezza storica, nelle vite dei protagonisti. Anche se giustificata nelle note a fine testo, la scelta narrativa di omettere le campagne di Spagna porta a piegare la storia, mettendo in risalto la figura del Cesare vittorioso in quasi ogni istante della guerra civile.
Pompeo e il Senato si rifugiano in Grecia, tallonati dal generale in marcia, ma solo nella battaglia di Durazzo sembrerebbe che i primi riescano ad avere la meglio, riuscendo a intimorire le esigue truppe di Cesare e riscuotendo la prima e unica vittoria. È la battaglia campale di Farsalo ad essere cruciale e a concludere la guerra civile, mettendo in fuga Pompeo. La narrazione prosegue con un altro salto temporale, che ci porta nelle antiche terre d’Egitto, nelle quali Cesare subisce il fascino di una giovanissima Cleopatra, donna di grande saggezza e carisma, che lo accompagnerà nel viaggio di ritorno a Roma.
Negli ultimi capitoli del libro viene infine trattata in maniera un po’ confusa l’intricata questione politica che vede contrapporsi la volontà del protagonista di sconvolgere la Repubblica secolare romana per indossare le insegne imperiali e la fermezza conservatrice del Senato nel mantenere un’istituzione ormai agli sgoccioli.
Lo scrittore cerca di immedesimarsi – e ci riesce molto bene! - nei vari personaggi, immaginando quali possano essere i loro pensieri, motivando le loro scelte, mostrando al pubblico i loro dubbi e la loro umanità, così da avvicinare il lettore a figure lontane millenni. Cesare, Pompeo, Bruto, Seneca, Marco Antonio, Ottaviano e ancora Servilia, Terenzia e Cleopatra, sono solo alcune delle personalità con cui si entra in contatto attraverso le pagine di “La Caduta dell'Aquila”.
Con un'accurata descrizione della placida campagna etrusca e dell'effervescente clima che si respira nell'Urbe del I secolo a.C, Conn Iggulden, ormai veterano del romanzo di genere storico, riesce pienamente nel suo intento di calare il lettore all'interno del romanzo. La narrazione dal ritmo incalzante è in grado di appassionare chi si ritrova a leggere questo libro, ritrovandosi piacevolmente spettatore di una storia più che nota, ricca di intrighi, astute manovre politiche, amori, passioni e ideali sbandierati con orgoglio e dedizione dai più grandi uomini dell'antichità.
di Elisa Bassani
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