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Libro eccellente, corredato di note ricche ed interessanti. Conoscere la CF significa penetrare nell'arsenale delle armi di persuasione/imbonimento/manipolazione più pericolose perché (apparentemente) ammantate dal prestigio del pensiero filosofico. Molto interessante la considerazione che la conoscenza non puo' essere neutra ma impone una presa di posizione, e quindi il "conflitto" - cosi' inteso, positivamente, come unico strumento dialettico al di fuori del ripiegamento sul sé, privo di confronti autentici. Viene inoltre efficemente evocato lo stretto legame tra amoralizzazione e demoralizzazione (quest'ultima deriva dalla prima). Mi auguro almeno che il termine "filosofica" possa essere eliminato da questo tipo di pratiche, per appropriazione indebita!!!
Non conoscevo per niente il fenomeno della CF ma dopo aver letto questo libro ne starò ben alla larga!!
Recensioni
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Da qualche tempo si parla anche in Italia di consulenza filosofica. Questione interessante, che tenta di innestare all'interno del più generale panorama delle pratiche di cura il piglio critico del domandare filosofico. Quali ne sono, tuttavia, i presupposti? Nel suo volumetto, Dal Lago offre una critica serrata della logica sottesa all'immagine che si ha della consulenza e, in particolare, del "consulente" filosofico. Critica a volte ironicamente centrata sul quid delle cosiddette pratiche filosofiche, altre volte invece indirizzata a scardinare i luoghi comuni di una filosofia da supermercato. È proprio su questa traccia che Dal Lago propone un documentato scenario (certo "di parte", ossia critico) dei pericoli e dei fraintendimenti (sia teoretici sia di azione all'interno del contesto sociale), cui può condurre. L'autore individua infatti i fondamenti della consulenza (partendo dai testi del suo fondatore, il tedesco Gerd B. Achenbach) nel suo porsi come "alternativa" alla psicoterapia, nel fatto che non vuole insegnare filosofia e, infine, nel fatto che si presenta come un dialogo paritario tra due persone. Ora, è proprio su queste tre articolazioni che Dal Lago si mostra scettico. Se si propone come una psicoterapia alternativa, il fallimento è assicurato, visto che la psicoterapia è ormai, da oltre un secolo, felicemente innestata nei meccanismi di adeguamento sociale dell'individuo. Se, invece, si propone come modalità spicciola di analisi delle difficoltà esistenziali di ogni individuo che viva le difficoltà delle società occidentali, anche qui si pongono evidenti contraddizioni e difficoltà: "O i praticanti di Consulenza filosofica non hanno alcuna idea delle filosofie, della conflittualità dei sistemi, della complessità delle interpretazioni ecc. ( ) oppure ce l'hanno, ma se la tengono ben stretta per sé, gettandone solo qualche briciola ai consultanti". Insomma, sostiene Dal Lago (e su questo non possiamo che dichiararci d'accordo), o si fa chiarezza sui propri presupposti teoretici e metodologici, oppure la consulenza filosofica rischia di apparire l'ennesimo contenitore per frustrazioni che trovano nell'ultima moda il loro surrogato esistenziale. Gianluca Giachery
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