Una burla riuscita

Di Svevo si dice sempre che abbia pubblicato solo 3 romanzi, ovvero Una vita, Senilità e La coscienza di Zeno, ma ci sono scritti come questo che oscillano tra il racconto lungo e il romanzo breve e nel mondo odierno, dove si è perso il concetto che un libro debba avere minimo 500 pagine per essere dato in pasto ai lettori, si può considerare a tutti gli effetti come un altro romanzo di questo grande scrittore, sicuramente meno corposo dei 3 citati sopra. Comunque, non è solo nella lunghezza che quest'opera si differenzia dalle suddette, ma è anche nel moto narrativo, poiché se siete abituati a uno Svevo serioso e composto, dovrete invece confrontarvi con il suo lato sarcastico e umoristico. Questo libro è molto divertente, l'autore ci parla di uno scrittore credulone, sognatore, sprovveduto e senza troppe ambizioni, che si crogiola nelle lodi del fratello per quell'unico libro scritto e attira l'invidia dell'antagonista che deciderà di fargli uno scherzo che si ricorderà per tutta la vita. Il personaggio scrittore rievoca molti aspetti dello scrittore stesso; alcune caratteristiche e abitudini sono quasi autobiografiche di Svevo, come la disillusione o il lungo periodo passato a scrivere esclusivamente favole brevi. Nonostante questo libro sia stato scritto nel 1926, rimane in certi suoi aspetti molto attuale. Sicuramente consigliatissimo a chi cerca un libro divertente, dove l'umorismo è sano e intellettualmente stimolante.

Una storia deliziosa sulla presuntuosità di uno scrittore, facilmente burlato a causa della sua assoluta certezza di diventare un giorno famoso, anche se sono passati quarant'anni dalla pubblicazione del suo unico romanzo. Bella l'idea di fargli commentare l'accaduto tramite brevi favole con i passeri come protagonisti. Una lettura piacevole che ricorda quanto siano vane le aspirazioni dell'uomo.