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Libro presentato da Saverio Simonelli nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024.Una grande e amara parodia della decadenza culturale dei nostri tempi nelle ambizioni di un provinciale con il solito dilemma: genio incompreso o espressione infinitesimale della mediocrità?
In un paesino della Sicilia che subisce passivamente i grandi eventi della Storia, Pinuccio Badalà, figlio di un sindacalista coinvolto nella strage di Bologna e poi morto qualche anno dopo in seguito a un bizzarro incidente, sogna di diventare un grande scrittore. Nei modi di un’appassionata cronaca il romanzo narra tutte le peripezie del protagonista per ricevere udienza dai grandi marchi dell’editoria italiana. Vent’anni e più di illusioni e delusioni, viaggi della speranza, personaggi grotteschi e indimenticabili.
Proposto da Saverio Simonelli al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione: «Ci si trova davanti questo titolo: Il buio delle tre ed è facile pensare alla fantomatica ora del diavolo, spicchio di notte fucina di inquietudini, ma di diabolico questo romanzo di Vladimir Di Prima non ha nulla, e più che di inquietudine è meglio parlare di spasmodica tensione verso una meta per il protagonista apparentemente irraggiungibile. Sì, perché Pinuccio Badalà, figlio di un sindacalista orrendamente sfigurato nell’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ha fissato da quel giorno il suo obiettivo, farsi pubblicare, esistere nel mondo dell’editoria, credere fermamente nell’avverarsi di un sogno che nasce improvviso ma, come accade per tutte le passioni, imbocca irrefrenabile un piano inclinato che conduce inevitabilmente all’incrocio con la realtà. Di qua il giovane di una provincia sonnolenta, di là il caos intermittente e indecifrabile di un mondo che sembra ai suoi occhi vogliosi di notorietà non dormire mai. Lì c’è umanamente e disumanamente un po’ di tutto: amici inaffidabili, consiglieri strategici e millantatori fuorvianti, agenti voltagabbana, perfino un premio Nobel prodigo di esistenziali quanto superflui consigli, tutti personaggi che orbitano attorno a quel pianeta luminoso come una stella, vaporoso come un miraggio, in un confronto impari per cui ad altrettanti rifiuti corrisponde nella mente frustrata di Pinuccio una pervicace e paradossalmente inscalfibile fiducia nei propri mezzi. Sarebbe comunque sbagliato limitarsi ad accogliere questo testo come una grottesca fotografia di un ambiente culturale in decadenza, c’è invece ne Il buio delle tre soprattutto l’evidenza di quella inevitabile sproporzione tra l’ampiezza di un desiderio umano e le strettoie anguste del mondo reale. Impossibile combaciare, possibile invece continuare a sperare, una speranza che Di Prima con la sua prosa empatica ma mai indulgente lascia balenare oltre l’ultima pagina, proprio come un miraggio che in fondo potrebbe anche non essere tale.»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Perseverare nel raggiungimento dei propri obiettivi è giusto? Non mollare anche se tutto spinge a fare il contrario? Credere talmente in sé stessi da ignorare persino l’evidenza? Pinuccio Badalà pensa di sì…
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