L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2004
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
condividio il commento di giovanni. pur senza essere un capolavoro (d'accordo mai fidarsi di una quarta di copertina) il romanzo di manuel arriaga morde alle viscere come un cane rabbioso e non ti molla più. ottimo scrittore ed eccellente sceneggiatore manuel arriaga. l'ho comprato perchè ho amato molto i film scritti da lui e diretti dall'amico inarritu (amores perros, 21 grammi e babel) anche questa storia è estrema e corale. grande burattinaio di angosce che si intrecciano e solitudini incolmabili sullo sfondo di una città del messico soffocante. consigliato ma attenzione: maneggiare con cura.
Un libro molto particolare, come non ne ho mai letti prima, non perchè bellissimo, ma perchè ti carica di così tanta angoscia e cupezza e poi d'un botto ti lascia lì,con un pugno di mosche in mano. A molti dopo averlo letto può dare un senso di "insoddisfazione" o fa pensare ad un finale tirato via ma io credo che sia una cosa più che voluta, perchè nei giorni seguenti la fine del libro ero lì a chiedermi: "E Manuel ? E Tania ? E Gregorio ? Dove sono ?" Mi mancavano, perchè il libro non ti fa entrare semplicemente dentro loro,non ti fa immedesimare nei personaggi, ti invischia, ti sporca di loro, ne rimani macchiato, per un po.
Leggendo i commenti sulle copertine, spesso coi libri si prendono delle toppe. Caso esemplare questo romanzetto senza infamia e senza lode. Il libro viene definito sul retro di copertina << un capolavoro >>. Iniziamo con le noti dolenti: 1) Della Città del Messico "affascinante" e "oscura" non c'è traccia nel libro. Poteva essere ambientato in una qualsiasi altra città della terra, semplicemente cambiando i nomi dei protagonisti, e nessuno se ne sarebbe accorto. Si evince che Arriaga è molto più avezzo ai dialoghi da sceneggiatura piuttosto che alle descrizioni da romanzo. 2) 60/70 pagine di meno avrebbero di certo giovato al romanzo. Troppe le scene ripetitive (Manuel che cerca Tania - Manuel che si dispera perchè non trova Tania - Manuel che si rinchiude nella 803 perchè spera di trovarci lì Tania - Manuel che ripensa a Gregorio perchè si sente in colpa per avergli rubato Tania). 3)Nota di copertina: << Arriaga dà un nuovo respiro al genere del thriller >>. ????????????? Il plot è esile, non succede niente fino a 3/4 di libro. Tutta la storia si regge sulla capacità di Arriaga di giocare sulla (finta?) pazzia di Gregorio e sulla riuscita accoppiata "forbicine + bufalo". Trucco narrativo azzeccato, ma davvero poco emozionale. 4)Nota di copertina: << Arriaga è dotato di una forza di linguaggio travolgente >>. Scusate... quale forza e quale linguaggio? I dialoghi e i monologhi interiori di Manuel appaiono troppo spesso forzati e molto poco naturali. Elroy e De Lillo si metterebbero a ridere. Note positive: in giro c'è molto peggio. Conclusione: se Arriaga non avesse sceneggiato Amores Perros, avremmo letto le stesse recensioni entusiastiche? i 3/5 del voto sarebbero 2/5. Ma, come dicevo, ha sceneggiato Amores Perros... ;-)
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
l'autore come uno dei "migliori scrittori latinoamericani viventi" - concetto su cui i lettori hanno diritto di mantenere riserve finché non verranno loro offerte altre prove narrative del medesimo - coloro che si sono affrettati a leggere questo romanzo l'hanno di certo fatto per un'altra ragione. Guillermo Arriaga, messicano, è noto ai cinefili quale sceneggiatore di due bellissimi film piuttosto recenti - Amores perros (2000) e 21 grammi (2003) - entrambi diretti dal regista messicano Alejandro González Iñárritu ed entrambi premiati da uno straordinario successo di pubblico e di critica. Amores perros, ad esempio, è stato insignito con più di quaranta premi nazionali e internazionali conquistando così anche il primato di essere, fino a oggi, il film più premiato nella storia della cinematografia messicana. Applausi.
Malgrado la notorietà ottenuta come sceneggiatore, Guillermo Arriaga, classe '58, che è anche professore universitario e produttore di programmi radiotelevisivi, sostiene ripetutamente nelle interviste che circolano in internet, di considerarsi principalmente uno "scrittore" e rivendica la propria filiazione letteraria rimandando nientemeno che a Shakesperare, a Faulkner o al grande scrittore messicano Juan Rulfo. Di recente, inoltre, lo si è visto al fianco di un altro scrittore messicano di indubbia fama, quale Carlos Fuentes, al Festival delle Letterature di Roma. Non intendiamo, quindi, contraddirlo. Ci mancherebbe. Purtroppo, però, gli altri due romanzi di cui Arriaga è autore - dal titolo Escuadrón guillotina (1991) e Un dulce olor a muerte (1994) - non sono ancora usciti in Italia, mentre, come spesso capita, Il bufalo della notte che è, in ordine cronologico, il suo terzo romanzo, costituisce il suo esordio nel nostro paese e l'autore ci perdonerà se non potremo evitare di fare riferimento alle sue del resto apprezzatissime sceneggiature.
Il bufalo della notte è un romanzo urbano ambientato, come Amores perros, a Città del Messico, metropoli travolta dalla violenza e qui particolarmente notturna, dove deambulano, alquanto smarriti, tre giovani il cui destino è fatalmente incrociato, non solo per il triangolo amoroso che vengono a formare, ma per l'incidenza che la morte di uno di loro avrà sul destino degli altri due. Si tratta dei ventenni Manuel, Tania e Gregorio. Quest'ultimo, malato di una forma di schizofrenia che si manifesta in un tragico crescendo fin dai primi anni di scuola, giunto al liceo si toglie la vita con un colpo di pistola divenendo, per il miglior amico Manuel e per la fidanzata Tania - che in un complicato doppio gioco ama entrambi -, una presenza ossessiva. Potrebbe dirsi che Gregorio è, in assenza, il protagonista della vicenda narrata in prima persona da Manuel, mentre Tania compare e scompare in accordo con l'ambigua relazione che ha fin dall'inizio instaurato con i due ragazzi. La situazione, poi, si tinge di mistero per via di una serie di foto, lettere e messaggi, scritti da Gregorio, che cominciano ad arrivare per posta ai due amici dopo la sua morte e che rischiano di legarli più che mai al suo destino di follia... Non intendiamo, ovviamente, rivelare altro dell'enigma, né è, del resto, la trama per così dire gialla a prevalere nel romanzo, ma piuttosto quella psicologica, per il continuo alternarsi, nella memoria del narratore, di flashback che raccontano lo svilupparsi della follia di Gregorio e le contraddizioni che emergono da un triangolo amoroso impossibile.
Se il lettore estimatore dell'Arriaga finora conosciuto - quello delle sceneggiature - nutrisse qualche perplessità riguardo al romanzo, cosa accaduta a chi scrive, è proprio qui, forse, che può rintracciarne l'origine. Non nei temi trattati che, per esplicita ammissione dello stesso Arriaga, sono le ossessioni ricorrenti e presenti tanto nei suoi film quanto nella sua narrativa - come reagiamo di fronte alla morte? di fronte a un amore proibito? di fronte alle insidie del destino? - ma nella struttura della notte la complessità iniziale e l'esattezza matematica finale che caratterizzano Amores perros e 21 grammi, storie raccontate come puzzle senza colpi di scena, ma dove i déjà vu permettono allo spettatore, catturandolo in modo quasi onirico, di percepire emotivamente come e perché la vita delle persone cambia a partire da un evento che, per lo più in modo fortuito, incide su di esse legandone per sempre i destini. Nel romanzo, invece, non si trova quella affascinante scomposizione e manipolazione del tempo operata nelle sceneggiature, bensì un trattamento piuttosto tradizionale del flashback che, fra l'altro, risente in traduzione di un appiattimento dovuto all'utilizzo di un uniforme passato remoto là dove la lingua italiana offre la ricchezza del trapassato prossimo. In sostanza, quella struttura faulkneriana, quel gioco temporale così sottile e così abile messo in scena da Arriaga nelle sue storie per lo schermo, che davvero corrobora l'affermazione dell'autore secondo cui "è più la letteratura a influire sul cinema che non il cinema sulla letteratura", qui sembra venire meno.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore