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Buchi nella sabbia - Marco Malvaldi - copertina
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Buchi nella sabbia

Descrizione


Ernesto Ragazzoni avrebbe voluto che sulla propria tomba fosse scritto: "D'essere stato vivo non gli importa". Poeta dei buchi nella sabbia e delle "pagine invisibilissime", dell'arte giullaresca realizzata nella vita fuori dal testo, è in un certo senso il testimone di questo "dramma giocoso in tre atti". Come grottesco contrappasso, accanto a lui, bohémien anarchicheggiante e antimilitarista, agirà come in duetto un rigido ufficiale dei regi carabinieri. Siamo nel 1901, tempo di attentati (il re Umberto è stato appena ucciso), e a Pisa, terra di anarchia. Al Teatro Nuovo si aspetta il nuovo re, per una rappresentazione della Tasca di Giacomo Puccini. Le autorità sono in ansia: il tenore della compagnia "Arcadia Nomade", i cavatori di marmo carrarini convocati per alcuni lavori, gli stessi tecnici de teatro, sono tutti internazionalisti e quindi sospetti. E nell'ottusa paranoia dei tutori dell'ordine, perfino il compositore, il grande Puccini, è da temere tra i sovversivi. A scombinare ancor di più le carte è l'intervento di quello stravagante di Ragazzoni, redattore del giornale "La Stampa". Fatalmente l'omicidio avviene, proprio sul palcoscenico al culmine del melodramma, e non resta che scoprire se sia un complotto reazionario o un atto dimostrativo di rivoluzionari. O un banale assassinio...
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Dettagli

2015
5 novembre 2015
243 p., Brossura
9788838933721
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Indice


Ballata

Se ne vedono pel mondo
che son osti... cavadenti
boja, eccetera... o, secondo
le fortune, grandorienti;
c'è chi taglia e cuce brache,
chi leoni addestra in gabbia,
chi va in cerca di lumache,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io fo buchi nella sabbia.

I poeti, anime elette,
riman laudi e piagnistei
per l'amore di Giuliette
di cui mai sono i Romei;
i fedeli questurini
metton argini alla rabbia
dei colpevoli assassini;
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io fo buchi nella sabbia.

Sento intorno susurrarmi
che ci sono altri mestieri.....
bravi; a voi! scolpite marmi,
combattete il beri-beri,
allevate ostriche a Chioggia,
filugelli in Cadenabbia
fabbricate parapioggia,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io fo buchi nella sabbia

O cogliete la cicoria
od allori. A voi! Dio v'abbia
tutti e quanti in pace, in gloria!
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
io fo buchi nella sabbia.


Ernesto Ragazzoni

(da Buchi nella sabbia e pagine invisibili)

Valutazioni e recensioni

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flavia
Recensioni: 4/5

Ammetto di essermi avvicinata a questo romanzo con una certa perplessità, affezionata come sono ai vecchietti e al "barrista" del BarLume, invece l'ho trovato una lettura godibilissima, a tratti irriverente, ma molto, molto divertente. Il racconto giallo si dipana all'interno dell'ambiente dell'opera lirica, nella fattispecie "Tosca" di Puccini, gli aneddoti, veri od inventati, aggiungono un pizzico di pepe alla storia, con l'immancabile sorpresa finale.

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Towandaaa
Recensioni: 2/5

Ritengo che la ricerca storica dovrebbe porsi come attività preparatoria, trasparire tra le righe del romanzo con discrezione, lasciarsi intuire … quando invece diventa invadente oltre misura, al punto da interrompere il fluire di una trama già di per sé scarna, finisce per travolgere il risultato finale, spandendo un fastidioso sentore di superfetazione (arma a doppio taglio è la digressione: dovrebbe usarla solo chi la padroneggia con destrezza, e a mio modestissimo avviso, se non sei Javier Marìas, è meglio lasciar perdere, oppure porsi drastici limiti). Non aspettarsi il prototipo del giallo è normale quando si compra un libro di Malvaldi, ma se anche la componente di puro intrattenimento si tramuta in fallace speranza …

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Ombretta
Recensioni: 2/5

Giallo con ambientazione storica. Trama poco appassionante, ben costruita l'ambientazione. Lettura portata a termine con molta fatica

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Recensioni

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Voce della critica

La rappresentazione della Tosca di Puccini in presenza del Re nel 1901 non è un fatto degno di particolare interesse. La rappresentazione però avviene a Pisa, in un periodo di pulsioni anarchiche e soprattutto in una zona che ospita numerosi anarchici (anche Puccini era sospettato di esserlo). Aggiungete il fatto che sarà presente il Re Vittorio Emanuele III in persona (il predecessore è stato ucciso da poco proprio da un anarchico) e già dovreste immaginare che qualcosa di sicuro accadrà.

Quello che accade (e che non spoilero perché è riportato sul retro di copertina) è che durante la rappresentazione qualcuno che doveva morire per finta invece muore davvero, a causa di un colpo di fucile che doveva essere a salve, ma evidentemente era carico. E questo nonostante un teatro pieno di carabinieri che tengono d’occhio sospetti anarchici e, oltre a difendere l’incolumità del Re, tengono a bada eventuali manifestazioni e moti rivoluzionari.

Chi sarà stato e perché? Si tratta di un gesto dimostrativo degli anarchici (molti anarchici fanno parte della compagnia di cantanti e si annidano anche tra i tecnici del teatro) oppure una causa molto più banale di litigi all’interno della compagnia? Questo ovviamente lo dovete scoprire voi lettori, dopo esservi letteralmente divertiti un mondo a leggere questo breve romanzo giallo con ambientazione storica. (…) In Buchi nella sabbia ha descritto una Pisa di inizio secolo – e il mondo della lirica e dei teatri, con le rivalità tra colleghi, le superstizioni, i malumori, gli intoppi prima di uno spettacolo – in modo davvero magistrale. Sembra di far parte della scena, o meglio, di vederla rappresentata in un teatro, e noi lettori siamo comodamente seduti a uno dei palchi di quel teatro. Aggiungete la forte ironia dell’autore e il suo essere toscano – anzi, pisano – che danno una marcia in più a ciò che scrive. In tutti i suoi libri Malvaldi affianca spiegazioni scientifiche/storiche ineccepibili a battute e momenti di alta ironia, ironia che si scopre già leggendo l’elenco dei personaggi della storia all’inizio del libro. Ad esempio, la vicenda viene raccontata anche dagli occhi di un giornalista de La Stampa (e poeta realmente vissuto, che è fonte del curioso titolo del libro), che “ama il rosso, sia sulle bandiere che nei bicchieri”.

Il libro è ricco di aneddoti e curiosità sul mondo del teatro e dell’opera e sulla stessa Tosca (opera che vanta il maggior numero di incidenti durante le rappresentazioni nei teatri, e quindi perfetta per ambientare l’accaduto) ed è anche uno spaccato degli italiani all’alba del nuovo secolo, con le fazioni politiche e i pregiudizi tra settentrionali e meridionali (fantastici i dialoghi tra il tenente dei carabinieri e il suo capitano). La conoscenza di Malvaldi per il mondo della musica è riassunta dalla presentazione – perfetta – dell’impresario Cantalamessa, “il cui scopo principale è non far litigare i cantanti lirici. Effettivamente, un’impresa.”

Per gli appassionati di gialli, per chi ama il mondo dell’opera o chi ama le ricostruzioni storiche, per chi vuole divertirsi con un libro ricco di ironia, per chi già conosce Malvaldi attraverso gli altri libri o per chi non lo conosce. Insomma, un libro per tutti.

Recensione di Silvia Barra

 

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Giugno 1901: la messa in scena di Tosca – il più recente melodramma di Puccini – al Teatro Nuovo di Pisa si annuncia molto problematica. Le autorità considerano con sospetto tanto l'opera – che ha come eroe un rivoluzionario – quanto l'autore, che si dice abbia pericolose amicizie nel mondo degli anarchici, in particolare di quelli toscani, largamente rappresentati tra le maestranze del teatro. Alla prima rappresentazione deve assistere il re in persona, e i due ufficiali incaricati di vegliare su di lui, il tenente Pellerey e il capitano Dalmasso, sono decisi a prevenire con misure straordinarie ogni possibile complotto eversivo. Ma non è la vita del sovrano a essere in pericolo. Ci sarà una vittima durante lo spettacolo, ma sul palcoscenico, e Dalmasso e Pellerey si troveranno a indagare su un delitto in cui sembrano confondersi realtà e finzione. Sarà una pittoresca figura di bohémien ad aiutarli a districarsi in una situazione complessa in cui si intrecciano odî politici e vendette personali: Ernesto Ragazzoni, giornalista e poeta. Ragazzoni ha qui il ruolo che Pellegrino Artusi svolgeva in Odore di chiuso (2011): è il personaggio storico chiamato a conferire credibilità a una schiera di personaggi immaginari, deliziosamente caricaturali e perfettamente "d'epoca". Sorta di vivacissima commedia intessuta di aneddoti e di battute, Buchi nella sabbia è anche un omaggio a Ragazzoni, che in una delle scene centrali declama da un tavolo d'osteria il suo personalissimo manifesto a favore dell'art pour l'art: "Sento sussurrarmi intorno / che ci sono altri mestieri; / bene! A voi! Scolpite marmi, / combattete il beri-beri, / allevate ostriche a Chioggia/filugelli in Cadenabbia, / fabbricate parapioggia, / io fo buchi nella sabbia./ O cogliete la cicoria / o gli allori, e a voi Dio v'abbia / tutti sempre in pace e gloria: / io fo buchi nella sabbia".

Mariolina Bertini

 

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La recensione di IBS


Come in Odore di chiuso, Malvaldi ci racconta a suo modo un grande personaggio della letteratura italiana: Ernesto Ragazzoni, anarchico poeta amante della bottiglia.


(alcuni) Personaggi in ordine di apparizione:

RUGGERO BALESTRIERI: tenore, nonché anarchico militante. Convinto fautore dell’idea che tutti gli uomini siano uguali, tranne lui.
ERNESTO RAGAZZONI: giornalista de La Stampa, poeta, esperto di musica e di arte. Ama il rosso, sia sulle bandiere che nei bicchieri. Non corre il rischio di essere canonizzato.
GIANFILIPPO PELLEREY: carabiniere, tenente del corpo delle Guardie Reali. Alto di statura e di ideali.

È un “dramma giocoso in tre atti” questo nuovo romanzo di Marco Malvaldi, ma si potrebbe anche definire “melodramma” visto che lo scenario in cui si svolge l’azione è il Teatro Nuovo di Pisa, alla presenza di Sua Eccellenza Vittorio Emanuele III, già principe di Napoli e non ancora Imperatore d’Etiopia.
Siamo nel 1901 e l’opera che sta per essere messa in scena è la Tosca di Giacomo Puccini. La compagnia è la rinomata «Arcadia Nomade», che vanta tra le sue fila il famoso tenore, anarchico militante, Ruggero Balestrieri e coordinata dall’impresario Bartolomeo Cantalamessa. Un’opera molto particolare, Tosca, per i tempi e per la città di Pisa.
Sono gli anni in cui il teatro riveste un importante ruolo di aggregazione sociale e di confronto, anche politico, tra i cittadini di ogni rango. È un’arena in cui le istanze del popolo possono essere portate alla ribalta, sia grazie allo strumento della musica, che diffonde idee e fa sedimentare l’opinione pubblica, sia soprattutto, attraverso le grandi metafore messe in scena dagli audaci librettisti, che in più di una occasione hanno utilizzato le appassionate storie risorgimentali per sollevare le folle. Come Giacomo Puccini, che con Tosca scrive un’opera tutta incentrata sulla critica al potere costituito. Assistere ad una rappresentazione della Tosca a Pisa, a due passi da Carrara, città notoriamente infestata da anarchici di lunga tradizione, è un rischio che il Re d’Italia non può proprio permettersi.
La situazione, alla vigilia della messa in scena, è talmente calda, che il direttore del famoso quotidiano torinese, La stampa decide di inviare in Toscana uno dei suoi migliori cronisti, il poeta Ernesto Ragazzoni, abile con la penna quanto con la bottiglia, anticonformista e ribelle, avvezzo a mostrarsi in occasioni ufficiali con pantofole ai piedi e barba incolta.
Il Regazzoni, che di musica e di costume se ne intende, sa benissimo che nessuna storia d’amore come quella che vede protagonista Tosca e il pittore Cavaradossi può vantare tanti aneddoti stucchevoli ambientati tra le quinte di un teatro. C’è il racconto di plotoni d’esecuzione raffazzonati e impreparati, ci sono cantanti che il pubblico preferirebbe uccidere piuttosto che ascoltare un minuto di più… ma cosa succederebbe se un giorno, in teatro, il tenore venisse ucciso veramente?
Succederebbe che avremmo una bellissima trama per un giallo. Tra anarchici, corazzieri reali, storie d’amore e tradimenti e brillanti intuizioni, prosegue la produzione extra BarLume del talentuoso scrittore di casa Sellerio. Il precedente, Odore di chiuso, si svolgeva nello stesso periodo in un castello della Maremma e aveva come protagonista un personaggio realmente esistito, il maestro della cucina italiana Pellegrino Artusi. Questa volta è il personaggio del poeta Ernesto Regazzoni a riemergere dalle ceneri, tra cantanti e bombaroli, in tutto il suo affascinante mistero. Marco Malvaldi si conferma in questo modo come uno degli scrittori italiani più divertenti e originali. Pieno di movimento, dissacrante della stupidità autoritaria, omaggio all’opera lirica, questo romanzo dipinge una trama criminale con i colori del comico, del malinconico, della satira impegnata, in una fedele ricostruzione storica.

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Conosci l'autore

Marco Malvaldi

1974, Pisa

Marco Malvaldi, laureato in chimica presso l'Università di Pisa, ha provato a fare il cantante lirico, ma ha abbandonato dopo poco per tornare alla professione di chimico. Esordisce nella narrativa nel 2007 con la serie dei vecchietti del BarLume, pubblicata da Sellerio: La briscola in cinque (2007), Il gioco delle tre carte (2008), Il re dei giochi (2010), La carta più alta (2012), Il telefono senza fili (2014); La battaglia navale (2016), A bocce ferme (2018), Bolle di sapone (2021), La morra cinese (2023). Da questa serie a partire dal 2013 è stata tratta una serie televisiva dal titolo I delitti del BarLume. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (Sellerio, 2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello...

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