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Breviario di politica - Pier Paolo Portinaro - copertina
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Descrizione


Una sintesi aggiornata, ma refrattaria alle mode intellettuali, sul mondo della politica, che fa il punto sulle categorie fondamentali, sulle innovazioni dell'età moderna e sulle prospettive della globalizzazione. Da tre assunti che dominano l'immaginario contemporaneo un approccio realistico alla politica ci dovrebbe liberare: dalla convinzione che la modernità rappresenti un superamento delle logiche del potere che il pensiero classico aveva individuato; dalla tesi che l'universalismo e il cosmopolitismo abbiano davvero fatto i conti con il passato coloniale dell'Occidente; dall'illusione che la democrazia costituzionale sia il traguardo ormai consolidato della storia universale.
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Dettagli

2009
27 novembre 2009
Libro universitario
160 p., Brossura
9788837223540

Voce della critica

Questo Breviario di politica costituisce un esperimento certamente interessante. Come spiega l'autore nella sua premessa, si tratta di un volume che, pur pubblicato da un noto editore di orientamento cattolico, si muove lungo un orizzonte di pensiero almeno parzialmente diverso, proponendo "la voce di un 'laico realista'". Nemmeno il titolo deve fuorviare: il termine "breviario" sta qui a indicare non un libro di preghiere, bensì un laicissimo compendio che presta attenzione "non alla completezza dell'informazione (…) ma alla connessione dei problemi, mirando alla perspicuità della diagnosi".
Potremmo anche dire che si tratta di un viaggio nel tempo e nello spazio. Partendo dalle poleis greche per giungere alle postdemocrazie dell'era della globalizzazione, Portinaro accompagna il lettore lungo un itinerario alla scoperta delle radici e delle prospettive future della politica, con un occhio sempre vigile sul dibattito degli ultimi decenni. Sgombriamo subito il campo da equivoci: chi vi cercherà brillanti soluzioni ai problemi della postmodernità rimarrà probabilmente deluso, così come chi si aspettasse previsioni sul futuro degli imperi o delle democrazie. L'autore decide infatti saggiamente – ricordando gli ammonimenti di Alessandro Pizzorno – di limitarsi a descrivere i processi in atto, mostrando le loro connessioni reciproche e, soprattutto, predisponendo una sorta di cassetta degli attrezzi categoriale utile a comprendere i mutamenti del presente. Un obiettivo solo apparentemente meno ambizioso della costruzione di nuove narrazioni e di ipotetiche filosofie della storia, ma che mostra invece il rigore e il realismo tipici degli studi dell'autore.
Questo compendio si articola in tre sezioni, dedicate all'analisi del lessico della politica (con un'attenzione particolare per l'origine greca di alcune categorie che forse intimorirà i lettori non avvezzi a confrontarsi con la filosofia classica), ai mutamenti che hanno condotto la civiltà occidentale verso la modernità e, infine, a una "diagnosi" dello scenario contemporaneo. Con la sola esclusione di quello sulla globalizzazione, che sembra spezzare la simmetria di una struttura dotata di un'armonia quasi geometrica, ogni paragrafo è dedicato a una coppia di concetti contrapposti o, quanto meno, antagonisti.
Ne emerge una visione conflittuale e dinamica della politica, che mostra con acume il travaglio che gli stati e le democrazie hanno incontrato in particolare negli ultimi decenni e li interpreta alla luce della riflessioni dei classici (da Platone e Aristotele ai più recenti Schmitt, Weber, Arendt e Foucault) e del dibattito contemporaneo. Il lettore si trova così di fronte a un presente animato da tendenze opposte e da speranze che sembrano destinate a essere deluse, come quelle intorno al destino delle democrazie costituzionali e degli stati di diritto. Sullo sfondo alcuni dei temi più caldi del momento: il ruolo della biopolitica e dell'antipolitica, le potenzialità delle masse, gli scenari che sembrano presagire la fine della storia o una nuova era di scontri di civiltà e, per concludere, la lotta tra cosmopolitismo e imperialismo, che chiama ancora una volta in causa il ruolo degli stati, i quali, nonostante la crisi di sovranità più volte denunciata dagli studiosi, non sembrano però destinati a scomparire a breve.
Francesco Regalzi

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Conosci l'autore

Pier Paolo Portinaro è docente di Filosofia politica all’Università di Torino. Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino, ha studiato storia delle istituzioni, delle dottrine politiche e delle ideologie europee. Tra i suoi titoli pubblicati ricordiamo Il labirinto delle istituzioni nella storia europea (il Mulino, 2007), Introduzione a Bobbio (Laterza, 2008), I conti con il passato. Vendetta, amnistia, giustizia (Feltrinelli, 2011), L’imperativo di uccidere. Genocidio e democidio nella storia (Laterza, 2017) e Le mani su Machiavelli Una critica dell'«Italian theory» (Donzelli, 2018).

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