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Il braccialetto - Lia Levi - copertina
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braccialetto

Descrizione


Un ragazzo ebreo e uno non ebreo aspirano segretamente a scambiarsi i ruoli. Corrado, quindicenne, ha partecipato all'abbattimento dei busti di Mussolini e dei fasci littori la notte del venticinque luglio. È ebreo e si aspetta che il nuovo governo abolisca le leggi razziali. È sicuro che il prossimo anno scolastico potrà frequentare in mezzo agli altri il mitico liceo Visconti, ma i giorni passano senza che nulla cambi, anzi... Leandro abita in una grande e vecchia casa piena di ombre e misteri con un'anziana parente russa e, fin dal primo momento in cui ha incontrato Corrado in un cinema, cerca spasmodicamente di fare amicizia con lui. Per Corrado il braccialetto a cerchi d'oro di sua madre è il simbolo di un passato benessere sociale, di un tempo in cui vedeva la madre giovane, vitale e combattiva. Man mano che le "Leggi" prendono piede i genitori gli appaiono invece sempre più spenti, rinchiusi in un mondo di pensieri piccoli e meschini, e comincia a sentire nei loro confronti un crescente disprezzo. Nel momento in cui le famiglie ebree raccolgono l'oro a causa del ricatto tedesco, Corrado apprende che il braccialetto non c'è più. I suoi l'hanno venduto senza neanche dirglielo. Ma la verità non è quello che sembra.
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Dettagli

E/O
2014
10 settembre 2014
139 p., Brossura
9788866325192

Valutazioni e recensioni

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Mara
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Tre mesi di vita di un ragazzo ebreo romano, fra le illusioni del 25 luglio, in cui la caduta di Mussolini sembrava aprire il varco alla fine della discriminazione razziale, all'armistizio dell'8 settembre con l'abbandono ai tedeschi della città di Roma e dei suoi abitanti da parte del re e delle autorità militari fuggite a Sud, con la vana fiducia nello status particolare della città del Papa, fino al tragico epilogo della deportazione degli ebrei del 16 ottobre. Per la prima volta, ho capito che si trattava di avvenimenti molto vicini alla mia vita, che precedevano solo di qualche anno la mia nascita, e che la gente non poteva essere cambiata molto da allora. Non per niente, un'importante strada del mio quartiere è dedicata al gesuita che ha difeso le leggi razziali anche dopo la caduta di Mussolini.

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Voce della critica

  Destino letterario singolare, quello di Lia Levi, e già inscritto nel suo libro d'esordio Una bambina e basta che, nel rappresentare il dramma delle leggi razziali e della persecuzione, adottava il punto di vista di una bambina; fu proprio questa particolarità a propiziare il suo ingresso nelle scuole, dove divenne popolarissimo. Da allora in poi la produzione della scrittrice si è indirizzata tanto ai bambini e agli adolescenti, quanto a un pubblico più vasto, con storie di avventurose vicende familiari e di frastagliate relazioni all'ombra minacciosa e spesso crudele della grande storia; e in questa sua ultima opera, Il braccialetto (pubblicata, come tutti i libri per adulti, da e/o) sembra che i due percorsi trovino una loro intima e necessaria fusione. Cuore del romanzo è infatti l'amicizia fra due adolescenti, Corrado e Leandro, sullo sfondo di una Roma illividita e prostrata, dopo l'effimera fiammata d'esultanza per la caduta del fascismo e la firma dell'armistizio, dall'occupazione nazista. In una cornice temporale di pochi mesi (da luglio a ottobre del 1943, i più confusi e angosciosi della nostra storia) l'amicizia tra i due ragazzi che cercano, ognuno a suo modo, una propria identità, ha il potere di creare una diversa dimensione. Che certamente ricava dall'incombente situazione storica coloriture più intense e drammatiche, ma conserva comunque una sua autonomia, un suo fragile incanto reso dall'autrice con estrema delicatezza. Di famiglia ebraica, Corrado è come un prigioniero che abbia appena intravisto, nella caduta del fascismo, la possibilità di liberarsi, finalmente, dall'oppressione delle leggi razziali ed è poi violentemente risospinto nella gabbia, resa ancor più insopportabile dall'avvilita rassegnazione dei genitori (simboleggiata non solo dai passetti lenti e dalle caute parole del padre, ma ancor di più dall'assenza di quel braccialetto che per anni aveva tintinnato, scintillante e glorioso, al polso di sua madre, un'Elena che ha perso ormai ogni bellezza). Anche Leandro è un prigioniero: del tenace rancore verso una famiglia noncurante che l'ha mandato a Roma da un'eccentrica prozia russa, quasi dimenticandosi di lui; della rabbia verso i suoi coetanei liceali che lo considerano un corpo estraneo, e più ancora dei dubbi sulla propria identità, talmente pungenti da fargli desiderare di essere al posto di Corrado. L'unica forma di libertà possibile, per loro, consiste nel dar voce (in quei sospesi pomeriggi d'estate che sembrano staccarsi dal tempo) a quel grumo di rabbia, desideri e inquietudini che si portano dentro: ed è proprio qui, nella rappresentazione di una geografia sentimentale dalle emozioni violente ma dai contorni indefiniti, che la sensibile scrittura di Levi dà la sua prova migliore.  

Maria Vittoria Vittori

     

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Conosci l'autore

Lia Levi

1931, Pisa

Scrittrice e giornalista, Lia Levi - nata in una famiglia ebraica di origine piemontese, ma vissuta soprattutto a Roma - è autrice di molti libri per adulti e ragazzi per i quali ha ricevuto diversi premi. Ha fondato e diretto per trent'anni «Shalom», il mensile della comunità ebraica. La sua produzione letteraria è vasta e ha vinto numerosi premi, in particolare nel 2012 le è stato conferito il Premio Pardès per la Letteratura Ebraica.Tra i suoi libri: per le edizioni e/o Una bambina e basta (Premio Elsa Morante opera prima, 1994), Quasi un'estate (1998), Se va via il re (1996), e per Mondadori Ogni giorno di tua vita (1997), Una valle piena di stelle (1997), Da quando sono tornata (1998), Cecilia va alla guerra (2000), Maddalena resta a casa...

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