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Un titolo che non è solo una metafora. "Un bracciale di stelle" è l'ennesima prova del talento narrativo di Chiara Forlani. Lei ha il suo stile che distinguerei tra mille, che pesca nella tradizione letteraria e nella modernità, scorrevole, rassicurante e nello stesso tempo accorato. Alterna presente e passato, usa il tempo passato al presente e il presente al passato. Volontà forse di attualizzare la Storia, di rendercela vivida e non solo didascalica attraverso i testi scolastici. Inserisce la cronaca per aiutare il lettore a comprendere i fatti e la tristezza della guerra. Quest'ultima viene condannata tout court. È il male assoluto, ingiusta perché inutile. La vicenda è complessa, tra verità non dette, riscatto, confessioni tardive e sentimenti, tanti sentimenti che alla fine trionfano sul male provocato dalla guerra e ne decretano la falsità quale valore. I personaggi appartengono a generazioni che si avvicendano, secondo uno schema già presente in altri romanzi dell'autrice. Chiara Forlani ha il dono di farsi leggere, di incuriosire il lettore con continue aspettative e di saper sbrogliare, insieme al lettore, vicende di vite spezzate, storte, rese tali dal destino e non dagli stessi personaggi che ne sono vittime loro malgrado. Il vivere tragico, perché è così la vita, si stempera nella visione ottimistica dell'autrice anche quando tutto porta a pensare il contrario. In fondo il male finisce per produrre il bene che in un modo o nell'altro trionferà prima o poi, basta aspettare. Infine due parole sulle descrizioni del paesaggio, mai inutile sottofondo pittorico e invece personaggio vivo che accompagna, un po' alla maniera romantica, le emozioni dei protagonisti: "Le cime dei pini sfregano l'una contro l'altra, il bosco che la circonda risuona e geme in maniera inquietante."
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