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L'Adelphi è tra le case editrici che preferisco, per autori e argomenti trattati, romanzi e saggi, aperture alle culture altre e approfondimenti della propria. In questo libretto di Calasso conosco la figura di uno dei fondatori, Roberto Bazlen detto Bobi. Misterioso, mistico, intellettuale, scopritore di letteratura mitteleuropea. Leggendo questo libro mi ha colpito quanto poco Montale ci avesse capito qualcosa su Bobi. Calasso scrive: "Quanto più Montale si sforzava di omaggiare Bazlen, tanto più lo denigrava". Sempre attualissima la lucida critica al fondatore della psicanalisi, S. Freud, che nella varietà dei miti scelse quello del patriarcato, lui, "l'ultimo grande patriarca". E poi, alcune parole: libri unici, primavoltità. E un aforisma che dice tutto: "È un mondo della morte - un tempo si nasceva vivi e a poco a poco si moriva. Ora si nasce morti - alcuni riescono a diventare a poco a poco vivi". Onore a Bobi Bazlen che a poco a poco è diventato vivo.
Figura inafferrabile, bobi bazlen è stato il nume tutelare dell'adelphi. Ne ripercorre l'esistenza, da devoto discepolo, roberto calasso che diventerà il deus ex machina della suddetta casa editrice. La personalità di un intellettuale atipico, inquieto ma anche perentorio nelle intuizioni (sciamano, lo definisce calasso) cui restano testi frammentari e che fu soprattutto un eccellente lettore di opere straniere tale da schiudere alla cultura italiana lo scrigno di quella mitteleuropea, in primis, ma non solo. Quello che si incontra sfogliando il, per gran parte magistrale, catalogo degli autori adelphi.
Quando si parla di Bobi Bazlen sembra quasi che si sia davanti ad un argomento ineffabile. Calasso frammenta la narrazione e il libro si perde un po'. Lo ricorderò come un grande editore.
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