Figlio dell'impero britannico

Il racconto della società inglese post coloniale è sempre interessante. Abbiamo un personaggio emblematico di un'epoca, ma dai piedi di argilla dovuti a una infanzia orrenda. Il libro oscilla fra personaggi e situazioni godibili, anche se già visti in mille film, e descrizioni di parrocchie, vicari e villette con centrini - neanche fosse la sublime Barbara Pym. E il segreto che ci viene sventolato fin dall'inizio viene rivelato banalmente alla fine, quando non ce ne importa niente.

Ho girato intorno a questo romanzo più e più volte poi, approfittando delle offerte Sellerio, l'ho acquistato. Non me ne sono pentita perché offre un'insolito punto di vista sull'Impero Britannico. Racconta, infatti, non i colonizzatori vincenti né i colonizzati sconfitti ma quei servitori dell'Impero che pagarono sulla loro pelle le conseguenze della spietatezza del suo dominio. Il tutto con una prosa molto moderna per una scrittrice degli inizi del secolo scorso. Curioso che la lettura abbia coinciso con la scomparsa della regina che fu la più importante servitrice dell'Impero. Già acquistato il seguito "L'uomo dal cappello di legno" ( il romanzo è il primo, infatti, di una trilogia; mi auguro che Sellerio ci offra presto il terzo "Last friends" non ancora edito in italiano.)

Mi è piaciuto molto questo libro in cui il giudice Feathers rievoca la sua avventurosa e pericolosa vita,che tutti giudicano facile e noiosa. Nessuno di noi conosce le vite degli altri ,anche di quelli a noi più vicini,come il giudice che non sa niente della moglie con cui ha condiviso tanti anni.