Il moderno panorama della traumatologia cosiddetta minore si è aperto con sempre maggiore attenzione a pratiche di trattamento funzionale dei traumi. Rispetto all’immobilizzazione totale prodotta dal bendaggio gessato questi metodi favoriscono il recupero post-traumatico e permettono di praticare trattamenti di prevenzione e di riabilitazione muscoloscheletrica. Gli strumenti più adatti per queste metodologie sono sistemi di contenzione che utilizzino tutori a immobilizzazione parziale o bendaggi dinamici capaci sia di proteggere le strutture motorie lesionate – riducendo le sollecitazioni della zona compromessa e preservando la normale funzionalità degli altri segmenti – sia di eliminare gli inconvenienti dell’inattività. Il bendaggio funzionale soddisfa pienamente queste esigenze, particolarmente avvertite nel mondo dello sport. Questo bendaggio consiste in una contenzione dinamica a immobilizzazione parziale in grado di sostenere e stabilizzare tra loro le componenti di un’articolazione rinforzando, scaricando o vicariando un’unità funzionale biomeccanica dell’apparato locomotore. Il principale obiettivo del bendaggio funzionale è trattare lesioni traumatiche a evoluzione spontanea benigna: esiti di lesioni muscolari da trauma indiretto o diretto, di lesioni traumatiche distorsive capsulolegamentose o di lesioni miotendinee. Nel volume sono descritti più di settanta differenti esempi di applicazione del bendaggio funzionale, illustrati da più di mille fotografie.)
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