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I segni di grandezza di un aspirante poeta e la gloria che bussa alla porta sbagliata.
«Dopo Andrea Camilleri... chi è il nuovo re della letteratura italiana? Mi affiderei ad Andrea Vitali, la sua Bellano è una Vigàta lacustre, ma c'è anche molto altro nelle sue storie» – Antonio D'Orrico, la Lettura
Sembrerebbe impossibile, perché la posizione è invidiabile, ma anche al caffè dell'imbarcadero di Bellano capita che per una giornata intera entri solo qualche sparuto cliente. Come martedì 5 marzo 1935. Per tirare sera l'oste Gnazio Termoli deve inventarsele tutte, fino a lavare e rilavare bicchieri già puliti. E poi sbadigliare all'ingresso del bar deserto. Eppure questa è una data che non potrà dimenticare, né lui né l'intero paese. Al calare delle prime ombre, infatti, al molo attracca una motonave della Milizia confinaria da cui scendono tre uomini completamente vestiti di nero. Uno davanti e gli altri due dietro. Modi spicci e poche parole che incutono terrore. Muti e impietriti, il Gnazio e i pochi altri testimoni assistono a una scena che ha dell'incredibile. Dopo alcuni minuti i tre militi, infilatisi nell'intrico delle contrade, riappaiono al molo. Sempre in formazione, ma adesso tra loro, sorretto per le ascelle e trascinato come un peso morto, c'è il povero maestro Fiorentino Crispini. Caricatolo brutalmente a bordo, l'imbarcazione riprende il largo in direzione di Como. E il Gnazio? Come tutti sanno, meglio farsi i fatti propri, fingere di non aver visto nulla e morta lì. Ma in questo caso... Il maestro Crispini... Come è possibile? A ripensarci, da qualche tempo il maestro non sembrava più lui. Aveva mancato più volte, per esempio, il proverbiale appuntamento con il suo marsalino, che il Gnazio gli serviva ogni mattina. Però, da lì a immaginare che possa aver meritato un arresto del genere ce ne passa. Unica soluzione: affidare la patata bollente ai carabinieri. Se la veda il maresciallo Ernesto Maccadò con quelli della Milizia. Capisca insomma cosa è successo e, se ci riesce, riporti a casa il Crispini. In Un bello scherzo Andrea Vitali lancia una nuova sfida al maresciallo Maccadò. Se pensava che a Bellano si potesse vivere tranquilli, ora avrà di che ricredersi. E i lettori con lui potranno scoprire come negli animi più miti e sottomessi si nasconda spesso la tempra degli eroi.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Come in molti titoli di Andrea Vitali, anche in questo la storia si basa su un gioco degli equivoci. Solo che qui c'è un unico equivoco trascinato per quasi 300 pagine. Nel complesso si lascia leggere abbastanza agevolmente ed è anche a tratti divertente, ma l'impressione è che Vitali continui a diluire le buone idee in una moltitudine di titoli dati alle stampe, parecchi dei quali abbastanza superflui. Senza infamia e senza lode, ma Vitali sa fare decisamente di meglio.
Ho letto tutti i libri di Vitali, tutti godibilisdimi Ultimamente l'avevo trovato poco ispirato. Questo romanzo riporta al Vitali prima maniera: fresco, sorprendente e con dialoghi molto azzeccati. Ben tornato!
Come da titolo della recensione, questo romanzo è piacevole e ti permette di trascorrere alcune ore spensierate. Ho gradito, come sempre, i nomi "molto azzeccati" dei vari protagonisti. Buon romanzo come quasi tutti quelli dell'autore Vitali.
Recensioni
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