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Non è stato uno di quei racconti letti d’un fiato perché avvincente o tanto era stuzzicata la curiosità da doverlo sfogliare fino all’ultima pagina. Questo l’ho assaporato, come se le sue pagine fossero lamine di cioccolata amara e fragrante. Amara eccome! Nel racconto particolare di una vita vissuta con grande intensità… questa donna di grande semplicità, umile di provenienza ma sublime nell’elargire emozioni a chi si chinava ad ascoltarla. Una sorta di enunciazione in uno stile stupendo. L’autore racconta una vita di donna, d’altri tempi, dove la poesia era il nettare stillato dalla dura vita contadina. La forma e struttura utilizzata funge da perfetta cornice alla narrativa, qualche volta ho dovuto rileggere le frasi per meglio assaporare il gioco armonico. E Ciampi è fedele a ciò che sente vibrare nella poesia… ed è pur certo… eccome egli salda quel suo “debito di gratitudine”! Sicuramente rivolto alle mille Beatrici che hanno allietato le sere di quegli umili contadini che per la loro Terra avevano donato la vita. Ma non è solo una storia Toscana. L’universalità accarezzata dal suo dialogo potrebbe accompagnare ogni viaggiatore che sa soffermarsi a carpire quegli attimi unici che legano l’Essere umano al meraviglioso dono della favella! Qui, laggiù, oltre il mare, varcando gli oceani… dove l’uomo ha seminato la terra chiedendo alla Grande Madre di soddisfare le sue necessità, il dono della parola ha aiutato i popoli a crescere, a progredire. “Mamma, vorrei morir volentieri, ma non posso… ho tanto cara la vita”. Beppe morente che sussurra questa frase alla propria madre… e lei interminabili anni più tardi, la Beatrice - la pastora-poetessa di Pian degli Ontani - la ricorda dal suo letto di morte… quasi cercasse ora l’assoluzione per quel suo figlio morto troppo giovane. O chissà forse ancora, nell’incommensurabile gioia di poterlo presto riabbracciare in quel luogo speciale… riservato alle Anime pure. Cordialmente Claudine Giovannoni
Leggerlo è scoprire in un colpo solo due poeti: la poetessa estemporanea Beatrice Bugelli di Pian degli Ontani e l’autore, che di lei ci parla. Beatrice era una di quei poeti che mettevano nell’arte una maggior dose di sé che non altri, era una poetessa che metteva la vita e la gioia nei suoi canti. Paolo è un poeta che, esprimendosi in una narrativa appassionata, ci restituisce quella poesia schietta e sincera, onesta e vera, come la bocca da cui sgorgava. Quella che ci narra è una bella storia di vita di montagna, che si snoda su monti che anch’io ho imparato ad amare, il bell’appennino pistoiese. Ciampi in questo libro, che non è una biografia ma un romanzo, meglio che con qualsiasi trattato, ha saputo renderci, io credo, lo spirito vivace di questa poetessa montana. Un libro delicato e pieno, da leggere e conservare. Un autore, anzi due, da scoprire.
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