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VITTORIO PIETRANGELI, Batuffolo, AndreaOppureEditore, Roma 2004. Questo breve, quanto intenso, racconto narra la storia della vita di un cane, dietro la cui vicenda è adombrata, in realtà, la naturale successione degli eventi che scandiscono l’esistenza di tutti gli esseri viventi, animali e uomini. L’autore, con uno stile semplice e lineare, ma anche immediato e drammatico nelle descrizioni delle situazioni concitate, presenta il tenero Batuffolo dalla nascita, attraverso la scoperta del mondo e ne narra la vita caratterizzata da difficoltà e disavventure (l’allontanamento dalla madre appena nato, la morte della compagna e la perdita dei cuccioli) ma anche da vari affetti sinceri (l’amicizia di Matteo, l’affetto dei nonni, l’amore di Lara). L’autore ha voluto rappresentare le sofferenze e le gioie che caratterizzano la vita di ogni uomo attraverso la storia di un cagnolino “parlante” che ha reso umano interpretandone i sentimenti e immaginandone i pensieri. In realtà usando il punto di vista degli animali ha rappresentato l’egoismo, l’arroganza, la prepotenza e i comportamenti negativi dell’uomo che provocano sofferenza non solo a Batuffolo ma con i quali anche i lettori si trovano a scontrarsi quotidianamente. Allora come Batuffolo si reagisce alla malvagità e all’egoismo cercando coraggio nei veri affetti come l’amicizia e l’amore e nella consapevolezza che “la vita non si ferma […] nonostante tutto vuole essere vissuta”. Le sofferenze più grandi che intristiscono la vita del cagnolino sono causate dalle atrocità degli uomini che incendiano appositamente i boschi, che classificano il genere umano in razze e usano gli animali per le sperimentazioni. In tanta malvagità e nell’inesorabilità delle leggi naturali che caratterizzano il mondo e che portano prima o poi alla morte, bisogna sempre cercare il lieto fine in cui Birillo si ricongiunge a Matteo e riscatta in qualche modo la morte del padre, bisogna scoprire la gioia della piccole cose e dei veri valori. Il racconto, di facile lettura, ma incisivo.
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