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Dopo Sharknado ormai l'Asylum è diventata, anche per i profani, un sinonimo di raffazzonaggine e follia cinematografica, un connubio che può riservare sorprese alle nostre visioni più scellerate. C'è da dire che negli ultimi tempi questa casa produttrice specializzata in mockbuster (scopiazzature a basso budget) ha timidamente migliorato la qualità dei suoi prodotti: certo siamo ancora ad una resa di desolante pochezza scenografica ma almeno i film sono veri film con una vera regia e un vero montaggio e non scherzi di cattivo gusto allo spettatore. Basti pensare che solo pochi anni fa le pellicole Asylum potevano essere viste solo con il fast foward schiacciato pena la noia più insopportabile. Con Battledogs siamo in uno dei "migliori" parti Asylum con quelle 2-3 idee 'geniali' che avrebbero forse meritato un impianto produttivo più generoso e che non vengono sfruttate in pieno. Stavolta non si scopiazza (all'apparenza) nessun blockbuster anche se il referente più vicino è il cinema zombie. Il regista è quasi un esordiente ma, pur non eccellendo in virtuosismo, riesce a mantenere (più o meno viva) l'attenzione per quasi tutta la durata del film; cosa non da poco visto il basso profilo. Peccato che le buone intenzioni di sceneggiatura e regia crollano miseramente davanti ad un horror pieno di effetti speciali orribili che mette in scena i licantropi come orsi brutti da Commodore 64, facendo scattare la risata involontaria che stavolta poteva anche non esserci. Ci si chiede che film ne sarebbe uscito fuori con l'uso di lattice e make-up artigianale soprattutto alla luce di un inizio potentissimo in un aeroporto dove un virus si protrae a macchia d'olio trasformando le persone in feroci lupi mannari; un'alternativa semplice ma efficace al solito plot sui morti viventi. La sceneggiatura alterna è quasi tutta nonsense; basti pensare che, per i primi 30mins, i protagonisti cercano con apprensione la paziente 0 e non si accorgono che ce l'hanno ad un palmo dal naso..
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