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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
«A me pare che l'uomo si sia gettato in una lotta cieca e spaventosa per sfuggire a un passato che non può ricordare, verso un futuro che non può né prevedere né comprendere. L'uomo ha affrontato e vinto tutti gli ostacoli, tutti i nemici, tranne uno. Se stesso. Quanto si odia l'umanità?»
Nel 1933 il presidente degli Stati Uniti d'America Franklin D. Roosevelt si trovò a dover fronteggiare una crisi disastrosa, conseguenza diretta del crollo del '29. Furono anni difficili per l'America e, per la prima volta, occuparsi di letteratura implicò per molti scrittori un impegno sociale fino a quel momento sconosciuto. A questa nuova generazione di scrittori apparteneva Steinbeck, che in questo romanzo narra la storia di uno sciopero di braccianti, del suo fallimento e di uomini che trasformano la propria disperazione in lotta per il riconoscimento dei propri diritti fondamentali. La battaglia, pubblicato nel 1936 e tradotto in Italia da Eugenio Montale nel 1940, fa parte di quei libri che riassumono lo spirito di un'epoca; un'opera amara in cui con uno stile naturalista, ma capace di rendere ragione della congiuntura storica, viene presentata un'immagine atroce, scandalosa ma a tratti acremente poetica del New Deal americano.
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Steinbeck , in modo essenziale e scarno, ci parla del mondo intero, di temi universali ed eterni, quasi " fingendo" di parlare di vicende di una piccola terra. L'immenso Montale traduce dando valore al romanzo anche se le sue parole , al lettore contemporaneo , potrebbero sembrare lente.
Scritto nel 1936, trattasi di un affresco storico di un'area (una vallata californiana) degli States, a seguito della Grande Depressione. I personaggi, molto coraggiosi, sono descritti in maniera essenziale, nel solito stile di Steinbeck. Il tema è l'ingiustizia sociale, lo sfruttamento dei lavoratori (raccoglitori di frutta) e l'organizzazione di uno sciopero... ma non voglio svelarne l'epilogo. Parola d'ordine, come sempre, è: realismo. Steinbeck narra storie di coraggio ed incanta, oltre che per lo stile letterario, anche per la concretezza degli avvenimenti. "A me pare che l'uomo si sia gettato in una lotta cieca e spaventosa per sfuggire a un passato che non può ricordare, verso un futuro che non può né prevedere né comprendere. L'uomo ha affrontato e vinto tutti gli ostacoli, tutti i nemici, tranne uno, se stesso. Quanto si odia l'umanità?" (Cit.)
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