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Purtroppo il libro non mi ha preso moltissimo il che è stato un peccato perchè il fatto che ci sia un po' di italia e che i personaggi mi stavano iniziando a piacere il resto purtroppo non mi ha fatto affezionare a questo libro
L'ambientazione fantasy "all'italiana" mi è piaciuta molto, i protagonisti sono ben caratterizzati nonostante l'approfondimento psicologico sia pressoché nullo: sono le loro azioni a parlare. La storia (brevissima) arriva dritta come una freccia alla conclusione, senza perdersi in cincischiamenti, ma lasciandosi alle spalle diversi buchi di trama che non trovano la minima spiegazione. L'editing non è assolutamente all'altezza della casa editrice, gli errori sono parecchi. In sostanza un buon tentativo, con alcuni punti di forza e altri di debolezza, che avrei plaudito se fosse stato scritto da un esordiente, ma che provenendo dalle mani di un autore così afferamato non fa che lasciare un senso di incompletezza.
L'ambientazione: il "caffè" è inesistente nella letteratura fantasy, che si rifà al medioevo; inoltre è poco credibile che la religione (inventata) del mondo di YA abbia le "messe" e soprattutto "l'oratorio": entrambi i termini fanno esplicito riferimento al cattolicesimo. A ciò si mescolano elementi fantastici e magici. Il risultato è un'ambientazione pasticciata. Gli errori di ortografia (per tre volte "gli" al posto di "le") non sono degni della fama dell'autore, nè del suo editor, nè della prestigiosa casa editrice che lo pubblica. Varie volte il narratore si rivolge direttamente al lettore, mentre per il resto del romanzo il narratore è onnisciente: il risultato è una voce narrante pasticciata (e i suoi appelli al lettore risultano "frasi fatte"). Le scene d'azione sono approssimate e tirate via: il risultato è poco epico. Poi il colpo di scena del finale, il concetto degli iettatori e il montaggio della prima parte non sono male, ma nel complesso è insufficiente.
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