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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
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Spassoso breviario di aneddoti e citazioni sulla “letteratura del no”, che tutti i veri amanti della letteratura e della sua costitutiva ambiguità e paradossalità, che arriva ad affermarsi anche negando se stessa, dovrebbero leggere. Dal punto di vista stilistico, davvero interessante la cura, la raffinatezza e il senso della bellezza della frase che questo scrittore rivela. Con il pretesto di un diario di note a piè di pagina a commento di un testo fantasma (il riferimento al grande Roberto Bazlen, il massimo esponente del “bartlebysmo” letterario è evidente), il libro presenta una ricca galleria di vite esemplari di “agrafi”, rievocando scrittori che a un certo punto hanno avuto il coraggio di rinunciare alla scrittura o di scrivere proprio per esprimere l'impossibilità della scrittura e così via, in una rassegna davvero particolare e originale sulle infinite possibilità della letteratura, che riesce a esprimersi anche quando decide, attraverso i suoi strumenti (gli scrittori) di negarsi. Basti solo pensare alle tante citazioni e biografie di autori probabilmente mai esistiti, per capire come questo libro, sulla scia di altri illustri precedenti (su tutti il Borges delle recensioni di libri inesistenti), voglia essere un grande omaggio alla letteratura, agli scrittori-scrittori e scrittori-non-scrittori, accomunati dalla grande loro “competenza ed esperienza” in fatto di cose che “non esistono”....
Un divertito apologo del breve, della fuga, del terrore a ripetersi, del sano gesto del levare, del togliere, della necessità di mettersi via alle spalle il proprio io illeggibile, la propria parvenza disunita, i mille brandelli lucidi di un caldo avanzo di cuore. Un libro geniale.
un piccolo classico. bello da leggere soprattutto per chi ama il personaggio di Bartleby. Ma Vila-Matas ci accompagna con sapienza a conoscere altri personaggi, molto simili a B. ma sempre diversi!
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