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Architetture barocche in Piemonte-Baroque architecture in Piemonte. 120 spazi sacri. Ediz. italiana e inglese - Giorgio Jano,Domenico Prola - copertina
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Architetture barocche in Piemonte-Baroque architecture in Piemonte. 120 spazi sacri. Ediz. italiana e inglese
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2010
280 p., ill. , Rilegato
9788872921043

Voce della critica


recensione di Castelnuovo, E., L'Indice 1989, n. 4

Quasi sessant'anni fa A.E. Brinckmann pubblicava in ristretto numero di copie un libro bello e inaspettato, il "Theatrum Novum Pedemontii". Sotto questo titolo, ripreso da un celebre atlante seicentesco che illustrava terre e castelli del Duca di Savoia, era presentata, con buone fotografie, una abbondante scelta di chiese barocche piemontesi. Veniva così rivelata all'Europa la ricchezza di questo patrimonio che qualità, continuità, varietà, ponevano ben al di sopra delle frontiere regionali. Del Brinkmann Rudolph Wittkower, un entusiasta del barocco piemontese, si serviva come di un impareggiabile "Baedeker", si che gli avvenne una volta di cercare a lungo a Nizza Monferrato una chiesa che si trovava a Nizza Marittima, ma di cui l'attendibilissimo cicerone non aveva precisato l'ubicazione.
Una buona mappa impedirà che simili disavventure possano capitare ai lettori di questo "theatrum novissimum", sontuoso atlante di centoventi chiese barocche piemontesi scelte non tanto nei grandi centri, ma in quelli medi e piccoli. Privilegiando oratori, e cappelle talora sconsacrate al margine di una strada o in mezzo alle vigne, edifici di confraternite, santuari e chiese parrocchiali meno conosciute, lasciando da parte le opere più note di Guarini, Vittone o Alfieri ed estendendo l'indagine a tutto il territorio dell'attuale Piemonte, esso propone una campionatura significativa di un tessuto connettivo solido e diffuso.
Due secoli all'incirca sono abbracciati e numerose personalità di architetti (oltre una cinquantina), ma l'attenzione è portata non tanto alle aggiunte al catalogo di questo o quel nome, quanto all'esemplificazione della grandissima varietà e delle singolari potenzialità di un ristretto repertorio tipologico. Un alto numero di edifici sacri fu eretto in Piemonte in quest'arco di tempo, e in particolare nel corso del Settecento, spiegando in materiali modesti autentici tesori di genialità progettuale: qui ne viene proposta una scelta calibrata, che sottolinea con particolare attenzione monumenti in imminente pericolo di rovina che la segnalazione potrà contribuire a salvare o quanto meno a documentare.
La preparazione dell'opera è stata lunga; per anni l'autore ha dedicato il suo tempo libero a una perlustrazione minuziosa, suscitata dall'entusiasmo che l'insegnamento di Mario Passanti - intelligente architetto, ottimo e schivo studioso, gran personaggio della Torino del dopoguerra - gli aveva saputo comunicare.
Dalle 1200 schede così riunite sono stati scelti questi centoventi esempi. Di ognuno di essi si dà una breve notizia che accanto ai dati documentari fissa il rapporto del monumento con lo spazio urbano o agricolo circostante, una pianta, una foto dell'esterno e una dell'interno, in bianco e nero o a colori. L'illustrazione è di eccezionale suggestione e di grande capacità comunicativa. Le foto degli interni sono infatti zenitali, visioni d'insieme prese dal basso verso l'alto che fulmineamente comunicano pianta, elevazione, forme delle volte e delle cupole, profili delle trabeazioni, volumi, fonti di illuminazione, spazio. Per questo Giorgio Jano ha reperito e sapientemente utilizzato un antico obiettivo Hypergon con apertura a 140| che permette eccellenti effetti senza le deformazioni prodotte dai moderni 'fish-eye'.

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