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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2023
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È un romanzo che inizia con un abbandono, quello del personaggio principale, Giulio Cois, licenziato in tronco dalla compagna Lidia: “ 'Tu non hai ambizioni' “. L' opera, dalla prosa ben curata, fresca, è ambientata nel 2012, prevalentemente a Cagliari dove Giulio, per campare, affitta film di cui spoilera il finale. Lidia riaffiora alla memoria come un cadavere impossibile da occultare, nel ricordo di un Carnevale, che rivela la natura di Giulio: "Aveva raccattato un copricapo cinese, per non scontentarla. 'Eddai, non fare il serio, mettiti almeno un cappellino…' La musica non spaccava i timpani e si confondeva bene con le chiacchiere di tutti. Tutti con le maschere e lui senza, a parte il berretto. No, non era proprio così: la maschera ce l’aveva anche lui, ma a differenza degli altri non se la sarebbe tolta dopo la festa". C'è, in questo scritto, il gusto per la cura nella descrizione di ambienti e personaggi, anche quelli secondari, perfino per le comparse, quelle presenti per esempio nel traghetto che porterà Giulio a Genova, dove ha ereditato una villa. Un posto speciale nel cuore di Giulio e nel romanzo spetta all'amico Paride il pizzaiolo, un pratese trasferitosi a Cagliari per amore. Giulio, arrivato a Genova, aggredito, sarà salvato e curato dall'ex professore di Economia politica Sartori, ora un barbone che cerca di dimenticare un passato con un'ombra su cui Giulio cercherà di far luce; è essenzialmente l'incontro fra due solitudini, fra due uomini dalle vite che non entrerebbero di certo nell'hit parade delle vite desiderabili, ma anche in questo sta la forza del romanzo. Floris cattura l'attenzione del lettore con questo giallo, che è lo strumento per riflettere su temi come l'amore, l'amicizia e l'impegno assoluto.
Il banditore di Walras è una meteora di romanzo breve. Si consuma in fretta come un cerino che divampa tra le dita e quando te ne accorgi ti sei già bruciato. Guardi le pagine successive e trovi postfazione e ringraziamenti, mentre tu avresti voluto che la storia continuasse. Almeno io avrei voluto saperne di più di questi personaggi che mi sono sfuggiti come sabbia tra le dita. Quello che davvero mi auguro è che, pur non appartenendo propriamente al genere giallo, per sua natura più votato alle serie, possa avere comunque un seguito. Il protagonista lo merita di vivere a lungo. Giulio è un personaggio che non si esaurisce con l'ultima pagina; ti fa desiderare di rincontrarlo, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti. Ci sono personae che sono di carta eppure hanno un'anima e perciò le senti amiche e desideri stare con loro, anche solo per una chiacchierata. Giulio per professione è un esperto cinefilo, così tutto il racconto si dipana attraverso esempi di film famosi che aiutano ancora di più a rendere cinematografico lo scorrere degli avvenimenti, imprevedibili, a volte bizzarri, come le casualità che fanno incontrare i personaggi. Christian Floris usa il linguaggio che gli è congeniale, attento, puntiglioso per la scelta della parola giusta al posto giusto. Si legge la cura con cui ha a lungo lavorato sul testo e l'attenzione alla misura, come avviene nella distribuzione equilibrata dei dialoghi tra descrizione e narrazione. Ci fa persino ripassare un po' di economia politica che diventa parte integrante del racconto senza mai annoiare. Nelle descrizioni dello spazio poi riesce a essere fotografico, forse per quella capacità di rappresentare la realtà visiva in modo impeccabile come già osservato per il montaggio delle sue varie parti.
Recensioni
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