«Le scuole funzionano per questo, sono i luoghi di tortura per la perfetta innocenza, la gioia spontanea, lo strangolamento degli uccelli, la fabbricazione di un lutto che trasuda già da tutti i muri, la iella sociale primitiva, la vernice che penetra dappertutto, soffoca, fa fuori per sempre ogni gioia di vivere.» - Louis-Ferdinand Céline
«A restare nella memoria, nel leggere Patrizia Carrano, è la dolcezza e l’affabilità della sua scrittura, perfettamente tesa e poetica.» - Paolo Mereghetti
"Occorre pedinare l’ombra mentre, come tutte le mattine da diversi anni, esce da un portone di un palazzo umbertino, inseguire la sua vicenda, ragionare, e sperare di comprendere. Ci vorrà del tempo. Sapendo fin da ora che il mistero intrinseco alla sua storia non si scioglierà mai del tutto. Tentare di illuminare un mistero può essere un’operazione inappropriata, scomoda. L’oblio ha una natura gentile, suadente. È facile dimenticare i gesti che non significano più nulla; ma non quelli rimossi, poiché significano troppo."
Questo libro indaga la storia di un alunno che all’inizio degli anni Sessanta frequenta, per tre anni, le superiori in una delle scuole più prestigiose di Roma, il Liceo Ginnasio Statale «Torquato Tasso». È una storia che, trimestre dopo trimestre, avrà il suo compimento sulle pagine di cronaca: ci sarà un delitto, e probabilmente un colpevole. Ma nello stesso tempo è un’indagine sulla scuola, su come viveva, modificava, filtrava la società italiana mentre si preparava ai movimenti studenteschi del 1968. D’altronde se è vero che la scuola riflette il paese che dovrà formare, oggi come allora, basterebbe entrare in una classe per capire dove la Storia ha fatto arrivare quel paese, e dove lo porterà di lì a poco.
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