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Quanto conosciamo noi stessi?Francesco,il protagonista,si mette a nudo smascherando i propri dubbi,l’impossibilità di conoscersi o determinare il proprio destino.Ci rivela i suoi sogni e gli ostacoli che ne impediscono il realizzarsi.Ostacoli che sono dentro di sé.Capisce quali sono gli aspetti del suo carattere che lo tengono invischiato a un sé di cui non è contento,ma non riesce a superarli.C’è sempre qualche “cancrena” più profonda,nelle radici del nostro essere,che mai si riesce a raggiungere: per quanto ci sforziamo di sondare dentro noi stessi,c’è sempre un livello ulteriore di consapevolezza da carpire,ma a cui non abbiamo accesso.Francesco sempre più avverte la propria solitudine e,al contempo,sempre più “decide” di isolarsi. La “trama”:Francesco conosce una ragazza,Assia,verso cui avverte un’attrazione che rompe ogni equilibrio:familiare,della considerazione di sé,di una vita di relazioni sociali.Assia diventa un’idea,da raggiungere per sfidare se stessi,l’aspirazione a rendersi capaci di rivelar se stessi senza complessi,a liberarsi delle “maschere” di cui siamo vittima.Assia è quello che lui ha sempre voluto essere ma a cui,sentendosene inadeguato,ha sempre voltato le spalle per non dover ammettere a sé stesso tale inadeguatezza.Scopre di aver costruito “alibi” mirati a condurre una mediocre ma apparentemente serena esistenza.Ma l’averlo scoperto,non serve a liberarsene.Vietri dimostra una matura capacità di sondare nei più reconditi meandri dell’animo umano: l’interiorità di Francesco viene rivelata con una profondità a volte addirittura dolorosa. Il tutto con un linguaggio sofisticato ma non “antiquato”,ricco di simbologie e metafore che riescono a descrivere i turbamenti evitando qualsiasi banalità o “frase fatta”.Così è facile,per noi,entrare nella mente del protagonista,avvertendo per esso una “pietas” che coinvolge e commuove.Forse ognuno di noi ha una Assia che ci attrae senza che riusciamo a capire perché;e più tendiamo le mani verso di lei,più l’obiettivo sembra allontanarsi o dissolversi
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