L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Da leggere nonostante le tre stelle. Profondamente Sgambati. Per chi lo ascolta in radio è proprio il suo linguaggio, la sua vita, certamente ro.anzata ma presente. Poteva approfondire di più, ma il punto di vista è maschile e di questo lo ringraziamo, della sua umanità e sudditanza all'essere femminile, sempre pronto a prendere la decisione nel momento opportuno e cruciale. Ne viene fuori un maschio debole, non sottomesso ma immobile quando dovrebbe agire.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Dopo Gli eroi imperfetti, Sgambati, 38enne napoletano, racconta l’epopea di un quasi coscritto, come lui trapiantato a Napoli, alle prese con quel percorso a ostacoli che e` la paternita`.
Quello straniante senso di felicita` e impotenza che e` l’attesa di una vita nuova, senza che nulla cambi davvero dentro di te.
Qualche anno fa ho cominciato a dirigere una collana di narrativa.
Nel primo romanzo che ho pubblicato, il padre del protagonista era morto, caduto dal tetto. Nel secondo, era stato ucciso in una zona di guerra. Dato che le mie scelte non avevano nulla a che fare con riflessioni di ordine tematico, ma solo di qualità prosastica e strutturale, non poteva che essere una coincidenza. Anche nel terzo romanzo, però, il padre era morto: addirittura ghermito da una maledizione. Nel quarto era un inetto che passava le giornate al bar. Nel quinto, la figura paterna, che sostituiva di fatto il padre del protagonista, si rivelava uno sbirro invischiato in trame nere. Nel sesto il padre non c’era proprio, c’era solo la nonna. Babbo assente anche nel settimo. Nell’ottavo, a essere padre era il protagonista, ma abbandonava moglie e figlio per dedicarsi alla sua collezione di serpenti. Nel nono era sostituito da un “putapadre”, e via così. Non sarà, mi son detto, che la letteratura italiana contemporanea esprime tra le righe un nodo problematico, che ci riguarda tutti, rispetto alla figura paterna?
La bambina ovunque di Stefano Sgambati si inserisce apparentemente in un filone, quello dei “libri sui marmocchietti” destinati a chi sta vivendo la medesima esperienza, ma in realtà opera – anche grazie alla bontà della scrittura – in un campo più sottile. Al di là del mostrare una gravidanza dagli occhi di un padre, il romanzo viene a dirci una cosa tanto semplice quanto decisiva – capace anzi, in un’epoca di adolescenze infinite, di sorprenderci: anche senza avere le mani sporche del sangue sacrificale del padre, adesso dobbiamo essere i genitori.
Vanni Santoni
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore